Svizzera

Più di 5’000 vittime di violenza sessuale nel 2022

Dati shock alla conferenza nazionale a Berna: le vittime sono soprattutto donne (oltre il 90%) - Gli esperti: serve l’immediato coinvolgimento di due figure: il ginecologo e il medico legale

  • 14 novembre 2023, 21:36
  • 14 novembre 2023, 22:06

Contro la violenza sessuale ancora tanto lavoro da fare

Telegiornale 14.11.2023, 20:00

Di: TG/RSI Info

Per combattere la violenza sessuale in Svizzera ci vuole ancora tanto lavoro. La riforma del diritto penale sessuale, con l’adozione da parte del Parlamento del principio “no significa no”, non basta a risolvere tutti i problemi. Per portare le vittime (che sono soprattutto donne) a denunciare i reati e per raccogliere immediatamente le prove, ci vuole un impegno coordinato.

Quando si parla di violenza sessuale, le vittime sono soprattutto donne: oltre il 90%. Un fatto più volte sottolineato, martedì a Berna, durante la conferenza nazionale sul tema. A preoccupare sono però anche altri dati statistici. “Sappiamo che nel 2022, in Svizzera, più di 5’000 persone sono state vittime di reati di violenza sessuale. È tantissimo”.

Non è quindi un caso che il tema sia una priorità per Elisabeth Baume-Schneider. “È fondamentale che le vittime ricevano un sostegno adeguato. Questo vale per tutte le vittime di violenza sessuale o domestica, e anche per chi ha subito abusi all’interno della chiesa”. Per Baume-Schneider la riforma del diritto penale sessuale è stata un passo fondamentale. Ma il lavoro non è finito. “Ci vogliono formazioni continue per il personale specializzato (dei corpi di polizia, dei tribunali e delle istituzioni che accolgono le vittime). Bisogna inoltre obbligare gli autori di reati sessuali a partecipare a dei programmi, per evitare recidive”.

Per Tony Fracasso, professore di medicina legale, ci sono poi altri aspetti importanti. “Le sostanze nel sangue e nelle urine spariscono rapidamente. È quindi molto importante, una vera e propria urgenza, poter intervenire subito, in modo tale da raccogliere questi elementi di prova”. Fracasso vedrebbe di buon occhio l’immediato coinvolgimento di due figure: il ginecologo E il medico legale. “È chiaro che la presa in carico ideale è quella congiunta. Anche perché se poi la vittima decide di andare in giustizia le tracce non prelevate dal medico legale mancheranno oppure bisognerebbe raccoglierle il giorno dopo. Ma a questo punto ci sarebbe un ritardo per il prelievo delle tracce e la vittima dovrebbe ripetere di nuovo la storia. E questo sappiamo che è una sorta di ri-vittimazzazione della persona”.

Su una cosa, tutti concordano. Per lottare contro la violenza sessuale, ci vogliono l’impegno e la collaborazione di tutti.

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