Piatti, posate, bicchieri e cannucce monouso in plastica sono vietate da questo fine di settimana nell'Unione europea. Una misura con la quale si punta a ridurre la quantità di rifiuti che finiscono nella natura e nel mare. La Svizzera però non si è accodata a questo divieto.
"Incomprensibile" per Florian Kasser, esperto di rifiuti presso Greenpeace, che la Svizzera non aderisca al divieto europeo. Divieto che a suo avviso andrebbe anche allargato. "Vietando solo i prodotti in plastica - ha spiegato Kasser a radio SRF - vi è il rischio che si passi semplicemente ad altri materiali, come vetro, cartone e alluminio. Materiali che, se usati una sola volta, rappresentano lo stesso spreco".
Un'argomentazione che trova d'accordo anche il presidente dell'Associazione svizzera dell'industria delle materie plastiche, Silvio Ponti, secondo cui, però, è giusto che la Svizzera non abbia vietato la plastica. "Non è una questione di materiale - ha spiegato - Nei fine settimana si trovano nei parchi montagne di vetro, cartoni per la pizza, lattine di birra".
Ponti sostiene piuttosto l'idea di un'economia circolare e, a suo dire, i calcoli vanno fatti fino in fondo. "Anche i contenitori riutilizzabili prima o poi vanno buttati - prosegue - Il lavaggio, i prodotti chimici e i grandi impianti necessari riducono il loro vantaggio ecologico". Per Ponti occorre quindi valutare caso per caso. La via scelta dalla Svizzera, finora, è quella di puntare non sui divieti, ma sulle iniziative da parte di produttori e commercianti.
L'iniziativa di Greenpeace
Enormi posate e piatti colorati fatti calare da un ponte della città di Berna, è l'azione con cui Greenpeace ha lanciato la sua settimana di sensibilizzazione contro le stoviglie monouso. Fino a domenica prossima consumatori, ristoranti e take away che hanno aderito all'iniziativa promuoveranno l'uso di prodotti riutilizzabili.