Svizzera

"Possiamo aiutare alla de-escalation"

Crisi ucraina, le considerazioni del consigliere federale Ignazio Cassis: “Grossa offensiva diplomatica, ma non possiamo dormire sonni tranquilli”

  • 12 febbraio 2022, 23:09
  • 20 novembre, 18:39
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Ignazio Cassis spiega la posizione del Governo

Telegiornale 12.02.2022, 21:00

Di: TG/ludoC 

“Le notizie degli ultimi giorni non ci permettono di dormire sonni tranquilli, ma c’è una grossa offensiva diplomatica anche da parte della Svizzera per richiamare l’attenzione su una de-escalation della crisi. La Confederazione, con la sua neutralità, può offrire mediazione, dialogo e buoni uffici a questi Stati che faticano a parlare tra di loro e a trovare soluzioni”. Commenta così, ai nostri microfoni, il consigliere federale Ignazio Cassis gli sviluppi della crisi Ucraina.

Sui legami tra la crisi energetica e la crisi sul confine tra Ucraina e Federazione russa, il responsabile del Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE) spiega che “essendo la Russia un grosso esportatore di energia, in particolare petrolio e gas, è evidente che la minaccia (di tagliare le forniture di gas, ndr.) diventa strategica nei confronti dell’Europa; questo spiega anche la prudenza con la quale l’Unione europea, in particolare la Germania, agisce di fronte a queste minacce. Quello che stiamo vivendo è comunque un tentativo di riassetto della politica di sicurezza del continente europeo e quindi forse anche del mondo”.

Washington ha più volte affermato che la Russia è pronta a invadere l’Ucraina, forse già nei prossimi giorni, ma Mosca ha rispedito le accuse al mettente affermando che “il livello di isteria è giunto all’apogeo” e dichiarando di non avere intenzioni di conflitto. Ciononostante, le manovre militari russe continuano, sia ammassando soldati sul confine sia con dispiegamenti di navi nel Mar Nero. Per parte sua Washington ha recentemente inviato altre migliaia di soldati in Europa.

Nonostante questo scenario e nonostante le preoccupazioni di Berna, il DFAE ritiene che l’invito ai cittadini elvetici e al personale diplomatico di lasciare l’Ucraina sia prematuro (altri Stati si sono invece mossi in questa direzione). La Confederazione, ha aggiunto Cassis, sta monitorando la situazione e crede ancora nella diplomazia.

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