Questa sera scade il termine per inoltrare la candidatura alla presidenza dei Verdi, dopo che l’attuale presidente Balthasar Glättli aveva fatto sapere, poco dopo la sconfitta elettorale dell’ottobre scorso e il tentativo fallito di entrare in Consiglio federale, che avrebbe lasciato. Per ora tanti no-grazie, e una sola candidatura confermata, quella dell’ex consigliera agli Stati ginevrina Lisa Mazzone. Ma quali sono le caratteristiche richieste al futuro presidente del partito? L’analisi del corrispondente da Berna Alessio Veronelli.
Le caratteristiche non dovranno per forza essere tanto diverse da quelle di Glättli. I Verdi devono restare un partito ecologista, ma non esclusivamente tale; fra il 2019 e il 2023 ci sono state una pandemia mondiale e lo scoppio di una guerra in Europa, le questioni climatiche sono scivolate all’indietro nelle preoccupazioni della gente, alle prese anche con inflazione e aumenti dei prezzi un po’ ovunque, per cui serve energia nuova per rilanciare tematiche legate all’ambiente. I Verdi hanno subito una mini-fuga di voti verso il PS, i voti vanno quindi cercati a sinistra e si tratterà di smarcarsi proprio dai socialisti, per tornare attorno, o sopra al 10%.
Non bisogna poi nemmeno “esagerare” il ruolo del presidente di partito, un ruolo spesso ingrato, visto che le elezioni le vincono o perdono i candidati. Un presidente però attivo, presente sul terreno, impegnato, può, soprattutto per un partito con un’anima “attivista” come i Verdi, essere di rilancio.
Domani sapremo se sarà Lisa Mazzone l’unica ad essersi fatta avanti. Si era anche parlato di una co-presidenza, in rappresentanza delle due principali regioni linguistiche per essere ancora più vicini alla base. Un’idea che non ha però avuto un gran seguito, anche perché i nomi di peso del partito si sono via via chiamati fuori, da Irène Kälin a Sibel Arslan, da Gerhard Andrey a Greta Gysin. Lisa Mazzone, dopo la mancata rielezione di ottobre aveva dichiarato di volersi prendere una pausa dalla politica, ma è durata decisamente poco e l’occasione è buona per rilanciarsi anche personalmente in una sfida diversa, ma sempre legata alla politica e al partito.
Mazzone è persona nota, giovane (35 anni) e con esperienza a livello federale. Anche in casa dei Verdi non tutti hanno le stesse visioni e sensibilità, si tratterà quindi di fare anche un lavoro interno. La scelta definitiva sul dopo Glättli verrà confermata durante l’assemblea dei delegati del partito.