Le divergenze tra le Camere in merito alla riforma Previdenza per la vecchiaia 2020 non sono state appianate e sarà dunque necessaria una conferenza di conciliazione. Nella seduta di oggi, lunedì, il Nazionale ha ribadito la sua posizione: il previsto abbassamento del tasso di conversione, dal 6,8% al 6%, va compensato a livello della previdenza professionale. Nuovamente bocciata quindi la soluzione degli Stati, che vorrebbero agire nell'ambito del primo pilastro.
I deputati hanno invece eliminato altri due grossi motivi di scontro: la proposta di aumentare automaticamente fino a 67 anni l'età pensionabile in caso di ristrettezze dell'AVS e quella di tagliare le rendite per vedovi e orfani.
Le commissioni competenti si troveranno martedì per cercare un compromesso, che verrà separatamente sottoposto ai due rami del Parlamento due giorni dopo. Se approvato, dovrà ancora superare lo scoglio delle votazioni finali, venerdì, e successivamente del voto popolare, che dovrebbe tenersi il 24 settembre.
ats/mamo
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