L’Unione dei contadini, che ha nuovamente preso posizione oggi, mercoledì, chiede alle aziende trasformatrici e ai commercianti al minuto, nell'interesse di un approvvigionamento durevole ed equo, di creare le condizioni affinché il latte sia pagato al prezzo concordato.
Un mese fa i produttori e l’associazione mantello avevano chiesto a tutti i compratori di pagare, a partire da luglio, almeno la quota minima fissata in comune, ovvero 65 centesimi al chilo.
Infatti, per il latte destinato al consumo di massa e per la produzione di burro, crema o yogurt, molti allevatori non ricevono neppure quella cifra. Un ammanco non sempre giustificato, che li obbliga ad attingere alle riserve. Oltre a ciò, i grossisti procedono a deduzioni radicali prendendo a pretesto il franco forte o la difesa contro le importazioni.
ATS/APe