Svizzera

Priorità e cure intense, no di Pro Senectute

"Non è accettabile che nelle direttive per decidere in caso di carenza di posti siano indicate soglie di età"

  • 5 dicembre 2020, 22:08
  • 22 novembre, 18:02
02:56

Triage, l'età fa ancora discutere

Telegiornale 05.12.2020, 21:00

Di: D. Paggi/M. Ang. 

Cosa fare in caso di carenza di letti in cure intense? Per decidere a chi dare la priorità esistono direttive ben precise che - tra i vari criteri - contemplano anche l'età dei pazienti. Un aspetto che continua a fare discutere anche durante questa seconda ondata pandemica. Per Pro Senectute non è accettabile che in queste disposizioni siano indicate soglie d'età: "In questa pandemia una soglia d'età chiara e rigida è inaccettabile, poiché bisogna valutare il paziente e l'individuo in base alle sue chance di quarigione. E ciò indipendentemete dal fatto che abbia 90 o 55 anni. L'età da calendario non deve essere preminente", argomenta Peter Burri Follath, portavoce Pro Senectute.

L'età, insomma, resta un nodo. Anche nella versione delle direttive elaborata a inizio novembre si citano espicitamente le età di 85 anni e 65 anni, che vengono considerate tra i criteri di rischio. Lo sono però assieme ad altri fattori, spiegano l'Accademia delle scienze mediche e la Società di medicina intensiva, che hanno elaborato il protocollo. L’età non costituisce però - presa isolatamente - un fattore di esclusione. Viene considerata nel criterio principale "prognosi a breve termine".

Aricordare la prassi è Andreas Perren, direttore sanitario e primario di medicina intensiva all'ospedale di Bellinzona. Per Pro Senectute è comprensibile che si tenga conto dell'età, ma non deve esserci una soglia esplicita nei criteri. "Non chiediamo nuove formulazioni, pretendiamo semplicemnte che le età di 65 e 85 anni vengano stralciate da queste direttive. L'individuo deve essere valutato sulla sua possibilità di guarire. Certo la mortalità è più alta tra le persone anziane, ma l'età non deve essere un criterio per escludere certi trattamenti medici promettenti".

Per ora, comunque, le direttive non sono state usate, perché in Svizzera restano ancor posti liberi in cure intensive.

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