Dallo scoppio della guerra in Ucraina, la Confederazione ha rifiutato di concedere lo statuto di protezione S a circa 2’500 persone, motivando la decisione con la presenza di una protezione alternativa in un altro Paese o con la mancanza dei requisiti necessari per ottenere tale statuto. La notizia, pubblicata dalla SonntagsZeitung, è stata confermata domenica dalla Segreteria di Stato della migrazione (SEM).
Le verifiche a cui sono sottoposti i dossier sono diventate più complesse e un numero maggiore di domande di protezione viene ora respinto, ha aggiunto un portavoce della SEM. Una tendenza già nota e di cui avevamo già riferito negli scorsi mesi.
Secondo la SonntagsZeitung, Berna ha pure revocato in 104 casi lo statuto di protezione S dopo aver appurato che l’acquisizione era stata fraudolenta, oppure che le persone avevano compiuto reati penali, si erano recati a lungo in patria (il rientro è possibile per non più di 15 giorni a trimestre) o all’estero per periodi prolungati: se il soggiorno dura oltre 2 mesi di regola la Svizzera considera che l’interessato abbia trasferito altrove il suo centro di interessi.
Permessi validi ai massimi da inizio conflitto
Attualmente in Svizzera ci sono circa 66’000 persone con lo statuto S, aveva indicato lo scorso 31 luglio la SEM su X. Per la precisione si trattava di 66’182 persone: dopo un calo nei primi mesi dell’anno, anche se non in modo spettacolare i dati hanno ripreso a crescere, sebbene il flusso non sia minimamente paragonabile a quello di inizio conflitto. Tuttavia, i totali degli ultimi due mesi (66’189 in giugno, l’ultimo mese di cui sono disponibili statistiche complete) sono i più alti in assoluto.
Per circa 26’392 persone la protezione temporanea “S” è terminata. In giugno il Consiglio degli Stati aveva accolto due mozioni volte a dare un giro di vite alla concessione di questa autorizzazione, limitando queste forme di “turismo” e restringendo i beneficiari a coloro che provengono dalle regioni vicine al fronte e non dall’insieme del Paese.
Con lo statuto di protezione S, le persone interessate ottengono rapidamente il diritto di rimanere in Svizzera e possono, tra l’altro, svolgere un’attività lavorativa, senza dover seguire una procedura di asilo ordinaria. Il Consiglio federale ha attivato questa misura dopo l’inizio della guerra di aggressione russa contro l’Ucraina. Attualmente, solo i rifugiati provenienti dall’Ucraina ne hanno diritto.
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Notiziario 04.08.2024, 15:00