Nelle ultime ore ha fatto molto discutere, in Francia, una sentenza della Corte europea dei diritti umani di Strasburgo che ha dato ragione a una donna francese (in un primo momento quest’ultima - dai tribunali del proprio Paese - si era vista attribuire la colpa esclusiva del divorzio). Il motivo? Rifiutava rapporti intimi con il marito. Ora la donna ha ottenuto ragione. Ma cosa prevede il diritto svizzero? SEIDISERA lo ha chiesto all’avvocata Chiarella Rei Ferrari che si occupa da decenni di diritto di famiglia.
“Penso che sia importante sottolineare che la Corte ha condannato la Francia perché ha stabilito che il concetto del cosiddetto dovere coniugale è stato ritenuto contrario alla dignità umana, alla libertà sessuale e all’autonomia personale - spiega l’avvocata ai microfoni della RSI -. Dal profilo del diritto svizzero voglio sottolineare che la Svizzera, pur non essendo vincolata direttamente da questa sentenza della CEDU, è uno Stato che ha firmato la Convenzione europea dei diritti dell’uomo e la Convenzione di Istanbul e quindi è tenuta a conformare la propria legislazione e giurisprudenza a questi principi. Però non abbiamo un effetto diretto e devo anche dire che il nostro diritto svizzero è molto avanti rispetto a quello che abbiamo potuto leggere in questa sentenza. E questo perché il divorzio per colpa oramai non è più applicato con la modifica legislativa del 2000. Di conseguenza, la protezione contro qualsiasi interpretazione di queste obbligazioni matrimoniali che compromette la libertà personale è oramai assolutamente superato”.
Concetto di colpa quindi abolito. Ma quali sono i doveri all’interno di una coppia?
“Abbiamo dei principi fondamentali nell’ambito del matrimonio, cioè ad esempio il principio dell’uguaglianza tra i coniugi, perché questo è un principio molto importante, basato sulla Costituzione federale e sul codice civile. Quindi cosa significa? Significa che i coniugi devono agire di comune accordo nelle decisioni importanti che devono prendere nell’ambito familiare e anche nel perseguire un benessere di questo nucleo familiare. Poi abbiamo un altro principio importante che è quello della cooperazione, sempre nel rispetto reciproco. Naturalmente abbiamo degli obblighi di fedeltà e rispetto ma la fedeltà include soprattutto un dovere di lealtà, di sostegno morale, di rispetto degli interessi dell’altro, quindi evitando relazioni o altre condotte che possano danneggiare l’armonia dell’unità coniugale”.
Questo caso in Francia ha spinto la politica francese a chiedere una riforma del diritto da applicare in tempi brevi. Guardando agli strumenti a disposizione in Svizzera c’è qualcosa che andrebbe ancora migliorato o no?
“Devo dire che l’evoluzione del diritto deve sempre seguire quelle che sono le necessità sociali. Devo però dire che nel nostro Paese la legislazione in questo senso è piuttosto avanzata. Ad esempio, abbiamo fatto anche un passo innanzi molto importante, laddove il legislatore ha voluto che, nei casi di atti illeciti nell’ambito del matrimonio, della coppia, quale coazione sessuale o violenze carnali, lesioni personali, eccetera, non vi fosse più la necessità di agire con una denuncia personale ma che divenissero questi atti illeciti perseguiti d’ufficio. Quindi anche questo, a mio modo di vedere, è un elemento che va sottolineato proprio a protezione della dignità di ogni componente della famiglia”.