Ristoranti, "manca base legale"

"I ristoratori non devono adottare simili misure di polizia. Se lo Stato decide che devono raccogliere dati dai loro dipendenti o clienti, c'è bisogno di una norma di diritto pubblico che lo giustifichi". A dirlo è l'incaricato federale della protezione dei dati, Adrian Lobsiger, che commenta così la disposizione del Governo che chiede ai ristoratori di registrare i nominativi dei clienti. Disposizione che venerdì dovrebbe essere formalmente ritirata dal Consiglio federale, come anticipato giovedì da GastroTicino.

In altre parole, secondo Lobsige, non c'è una base legale per imporre agli esercenti controlli di identità, quando, da lunedì, bar e ristoranti riapriranno. "L'Ufficio federale di giustizia e quello della sanità pubblica mi hanno tuttavia comunicato che il Consiglio federale discuterà, nella sua prossima riunione, l'eventuale introduzione di questo obbligo legale nel diritto federale. - precisa - Evidentemente non posso sapere cosa deciderà ma questa evoluzione, secondo me, è positiva perché darà agli operatori del settore la certezza del diritto".

Tutto dipenderà dalla seduta di venerdì. "Se non verrà presa nessuna decisione significherà, a mio parere, che l'Esecutivo rinuncia al carattere obbligatorio di queste misure", spiega l'incaricato federale della protezione dei dati. Questo vorrà dire che la registrazione dei nominativi sarà su base volontaria. "Se invece il Governo deciderà di legiferare, vorrà dire che ritiene necessaria l'introduzione di simili misure di polizia. A questo punto, in quanto protezione dei dati, non ci sarà più nulla da dire".