Svizzera

Sanità, servono più coordinamento e meno attori

Proseguendo di questo passo con gli aumenti, ”l’architettura del sistema dovrà mutare in modo importante entro 5-10 anni”, secondo l’esperto Carlo De Pietro

  • 27 settembre, 05:46
  • 30 settembre, 13:08
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Casse malati, le considerazioni di Carlo De Pietro, economista

Telegiornale 26.09.2024, 20:00

Di: TG/pon 

Si va troppo dal medico ed è questa la causa principale dell’aumento dei premi di cassa malati - +6% in media in Svizzera e +10,5% in Ticino - annunciato giovedì? “È una parte della storia, ma probabilmente non la principale. Anzi, certamente non la principale” secondo Carlo De Pietro, economista esperto in sanità pubblica alla SUPSI. Intervistato dal Telegiornale della RSI, De Pietro ha spiegato che “il settore non è dominato dalla domanda, quindi da chi chiede le prestazioni, ma da chi le offre”.

Ma allora, come deve cambiare in Ticino in prospettiva non solo la pianificazione ospedaliera, ma l’accesso a tutti gli attori del sistema sanitario affinché si possa davvero contenere questi aumenti?

“Serve un maggiore coordinamento degli attori e uno sfoltimento del loro numero. Non tanto di quanti medici e infermieri ci sono nel sistema, ma a quante persone giuridiche rispondono, a quanti ospedali, a quante case anziani, a quanti servizi spitex. Oggi sono molti e credo che questo sia un passaggio inevitabile per poter tentare di governare di più la crescita di questo settore”.

C’è un punto dove questo sistema non sarà più sostenibile?

“Noi economisti ce lo chiediamo da tempo e in realtà siamo smentiti, perché pensavamo - o almeno tanti di noi pensavano - che il punto di rottura sarebbe già arrivato prima. È chiaro che aumenti come quelli che abbiamo visto quest’anno, non solo per il Ticino ma anche a livello nazionale, non possono che portare a cambi importanti nell’architettura istituzionale da qui a 5 o 10 anni al massimo”.

Ha senso pensare a un sistema duale, da un lato una cassa malati pubblica di base, con premi calmierati, e dall’altro un sistema privato per chi ha la disponibilità di accedervi?

“È un punto aperto e molto legato alle scelte che faremo come collettività politica. Non c’è un’opzione migliore o peggiore dal punto di vista tecnico, sono tutte e due legittime perché molto legate alla visione di società che ognuno di noi ha. Quindi quanto si vuole restare in un sistema che si distingue in comunità separate o in uno che ci vuole tutti insieme, come è stato per le scuole per lunghissima parte della nostra storia recente”.

Cosa può fare l’assicurato per risparmiare?

“Tre cose: la prima, anche se è noioso, riguardare un’altra volta se ci sono alternative di cassa malati più economiche, magari un modello alternativo come il medico di famiglia oppure, se si hanno le possibilità, aumentare un po’ il livello della franchigia. Secondariamente, considerare la complementare e la base come totalmente separate. Sono due business giuridicamente distinti e quindi non bisogna aver paura di cambiare l’assicurazione di base anche si mantiene la complementare con la stessa cassa. Infine, se si ha la complementare capire bene quanto si sta pagando e per quali prestazioni, ed eventualmente rivedere quella copertura o dare disdetta”.

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