"Sarà compito loro ricostruire il Paese"

Splende il sole sulle montagne, sul lago, sul Vallese. La guerra è lontana per i 66 ragazzi dell’orfanotrofio "Le Ali della Speranza" di Mariùpol, trasferiti in blocco alla scuola delle missioni di Saint-Gingolph. Un viaggio rocambolesco iniziato dieci mesi fa, dopo il bombardamento del loro istituto, e proseguito in Polonia in condizioni difficili ma per fortuna a lieto fine.

"Un gruppo di svizzeri è venuto a prenderci in Polonia e sull’aereo ho capito che mi potevo tranquillizzare, perché i bambini erano attorniati dalla gentilezza", racconta Natalia Lashchevska, la direttrice dell'orfanotrofio.

Per il Vallese, l'integrazione di questi ragazzi ha comportato una enorme sfida a livello psicologico, sociale e logistico: "Accogliere un intero orfanotrofio in un colpo solo, bambini che già erano fragili prima della guerra. Figuriamoci durante", commenta il consigliere di Stato vallesano Mathias Reynard. "66 bambini che sbarcano nella piccola Saint-Gingolph non possono essere messi a scuola il giorno dopo. A poco a poco però ci stiamo riuscendo", sottolinea Reynard.

"Almeno qui i bambini possono studiare e imparare un mestiere", afferma la direttrice dell'orfanotrofio. Quando torneranno in Ucraina, "sarà compito loro dover ricostruire il Paese", ha concluso Lashchevska. I ragazzi dell'orfanotrofio hanno dagli 8 ai 18 anni e frequentano diverse scuole del cantone. Contemporaneamente, seguono il programma scolastico ucraino. In questo modo, si cerca di dare loro la parvenza di una vita più normale possibile, per il tempo di una guerra che non vuole finire.