Svizzera

Si diffondono le spedizioni punitive contro i pedofili

Un caso anche in Turgovia - Il criminologo: “Non è un fenomeno di massa, ma si nota un aumento degli episodi”

  • 7 febbraio, 20:41
  • 7 febbraio, 20:49
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Turgovia, giovani cacciatori di pedofili

Telegiornale 07.02.2025, 20:00

  • tipress
Di: Telegiornale/Paggi/LP 

Il cosiddetto pedo-hunting, la caccia ai pedofili organizzata da privati cittadini, torna a far discutere in Svizzera. Dopo il caso del gruppo di minorenni nel canton Ticino che avrebbe orchestrato azioni punitive contro adulti adescati online, episodi simili emergono anche in altri cantoni.

In Turgovia, sabato sera tre giovani hanno tentato di replicare lo stesso schema: fingendosi una minorenne in chat, hanno attirato un adulto in un incontro i cui esiti hanno richiesto l’intervento degli agenti della polizia cantonale. “Possiamo confermare che sabato sera a Kreuzlingen gli agenti sono intervenuti perché alcuni giovani si sono confrontati con un adulto che avevano contattato prima via chat spacciandosi per una sedicenne e concordando un incontro”, ha dichiarato ai microfoni della RSI Roxanne Gräflein, portavoce della polizia cantonale turgoviese.

“Le verifiche ci hanno però permesso di stabilire che non c’erano elementi di rilevanza penale”. In Svizzera i rapporti con un sedicenne consenziente non sono punibili. Un secondo episodio simile sarebbe avvenuto nel cantone, ma non è ancora stato confermato.

Secondo il criminologo Dirk Baier, pur non trattandosi di un fenomeno di massa, si osserva un incremento degli episodi, favorito dall’emulazione: “Non è un fenomeno di massa, si tratta di singoli casi in svizzera così come all’estero”, ha dichiarato intervistato dal Telegiornale, sottolineando che “si nota un aumento degli episodi”. Per il criminologo all’origine del fenomeno vi sono due fattori: da un lato, la pedofilia è percepita come uno dei crimini più gravi, dall’altro, la fiducia nelle istituzioni e nelle forze dell’ordine sta diminuendo.

Tuttavia, la polizia mette in guardia contro questi metodi. “Invitiamo a non farsi giustizia da soli,” afferma Gräflein. “Si rischia di mettersi in pericolo, di commettere reati e di ostacolare il lavoro delle forze dell’ordine”.

Nei Grigioni non ci sono stati casi. In Ticino, invece, lo scorso autunno un gruppo di giovani avrebbe organizzato vendette contro presunti pedofili.

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Spedizioni punitive, l'inchiesta continua

Il Quotidiano 07.10.2024, 19:00

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