Svizzera

Si sono sentiti "abbandonati"

I responsabili delle case anziani critici nei confronti delle autorità, nella lotta al Covid-19 si sono sentiti soli

  • 6 aprile 2021, 13:15
  • 10 giugno 2023, 09:57

Notiziario 11.00 del 06.04.2021

RSI Info 06.04.2021, 13:06

  • Keystone/Ti-Press
Di: ATS/X.L.

Si sono sentiti abbandonati, a volte addirittura disprezzati.

I responsabili delle case di cura e di riposo si esprimono in modo molto critico sull'operato delle autorità federali e cantonali durante la pandemia. È quanto emerge da un’inchiesta pubblicata oggi dai quotidiani appartenenti al gruppo Tamedia. In totale, il 42% dei direttori interpellati ha dichiarato di non aver ricevuto alcun sostegno da parte dei governi, oppure di averne ottenuto in misura insufficiente.

L'impressione loro è quella di essere stati "lasciati soli" di fronte al Covid-19, durante tutto il 2020. Questa sensazione è comunque diminuita durante la seconda ondata, ma resta ad un livello troppo elevato - fanno notare i professionisti del settore.

Il questionario è stato inviato a oltre 1400 strutture svizzere, nelle quali vivono più di 160'000 persone. Circa un quarto dei responsabili, principalmente di case di cura e di riposo ubicate nella Svizzera tedesca, ha risposto alla quarantina di domande poste.

In molti si sono pure lamentati della strategia di test del Consiglio federale, ritenuta lacunosa: si sarebbero evitati dei decessi se tutti i residenti fossero stati regolarmente sottoposti a tampone per scovare dei casi asintomatici, ha per esempio evidenziato il capo delle cure infermieristiche di un istituto di Arbon (TG).

I regolamenti spesso contraddittori, con tempistiche decisamente troppo brevi, hanno anche suscitato forti critiche. Stesso discorso per la carenza del materiale di protezione (gel disinfettante e mascherine chirurgiche in primis).

Numerosi direttori non hanno per niente gradito il fatto che, in alcuni casi, l'amministrazione abbia tentato di riversare su di loro l'intera responsabilità dei problemi emersi. In un primo tempo in molti hanno dovuto assumersi i notevoli costi supplementari legati all'equipaggiamento protettivo, imposto ma non finanziato dai Cantoni, così come quelli dei test.

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