Svizzera

Solare in rete: verso limiti alle case private

Una nuova regolamentazione è al vaglio del Governo: ridurre la produzione dai pannelli sugli immobili per scongiurare rischi di sovraccarico

  • 16 luglio, 05:48
  • 16 luglio, 10:10
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L'adozione del nuovo regolamento da parte del Governo è prevista per il tardo autunno

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Di: SEIDISERA/Paola Latorre/ARi 

La produzione di elettricità attraverso il solare continua in Svizzera a far registrare un boom. La corrente immessa in rete grazie ai pannelli fotovoltaici è ormai tale da rappresentare il secondo pilastro dell’approvvigionamento indigeno. Nel 2023 la crescita dei nuovi impianti fotovoltaici è stata del 51%. E nell’anno in corso, per la prima volta, l’energia solare fornirà più del 10% del fabbisogno annuo del Paese.

Tanta crescita si accompagna però a rischi di sovraccarico per la rete. Il Consiglio federale sta quindi pensando ad una nuova regolamentazione che consentirebbe alle aziende elettriche di ridurre autonomamente la produzione degli impianti sulle abitazioni private. L’adozione del progetto da parte del Governo è prevista per il tardo autunno. “Il fotovoltaico sta adesso uscendo, per così dire, dalla fase adolescenziale. Diventa adulto: quindi è normale che abbia più diritti, ma anche più responsabilità”, osserva in proposito Claudio Caccia, coordinatore per la Svizzera italiana dell’organizzazione Swisssolar. Di conseguenza in avvenire, e con gradualità, “anche la potenza immessa in rete dagli impianti in certi momenti potrebbe essere leggermente limitata”.

Del resto, in qualsiasi momento, deve esserci “un perfetto bilanciamento” dell’energia immessa in rete rispetto a quella che da essa viene prelevata. E questo al fine di scongiurare disfunzioni, “fino al caso limite di un black-out”. Un potenziamento della rete rappresenterebbe in questo senso una soluzione poco conveniente. Meglio invece ottimizzare il sistema, afferma Caccia, favorendo l’autoconsumo oppure un accumulo dell’energia per utilizzarla in un secondo momento. In questa direzione risulta interessante il potenziale offerto dai veicoli elettrici: è stato infatti calcolato che un accumulatore di un’automobile “è in grado di alimentare a ritroso” nelle ore serali e notturne “gli edifici ai quali è allacciato”.

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Pannelli solari: secondo pilastro dell'energia svizzera

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Intanto il consigliere federale Albert Rösti, responsabile del Dipartimento federale dell’ambiente, dei trasporti, dell’energia e delle comunicazioni (DATEC), starebbe valutando anche la possibilità di consentire ai fornitori di ridurre a distanza, e senza consenso del proprietario, la produzione degli impianti. Ciò è quanto prevede la nuova normativa sull’approvvigionamento elettrico approvata lo scorso mese in votazione popolare.

Un’opzione sfruttabile come ultima possibilità. Ma essa, secondo Caccia, non rappresenterebbe comunque un disincentivo per l’installazione di nuovi pannelli. Tale soluzione, anzi, risulterebbe “nettamente migliore” rispetto a quella di un impianto “che verrebbe semplicemente spento, perché la rete non è in grado di sostenere” la totalità della potenza. Il coordinatore di Swisssolar rammenta quindi i modelli già introdotti, in alcune zone della Svizzera, da alcune piccole aziende elettriche: in base a essi viene chiesto ai proprietari degli impianti “di limitare quello che immettono in rete; di converso è a loro concessa “una tariffa di ripresa dell’esubero più favorevole”. C’è insomma una compensazione.

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