Un po’ ovunque sono spuntati i pannelli solari, grazie anche agli incentivi. Ora però, il prezzo che l’Azienda Elettrica Ticinese (AET) paga per ritirare gli esuberi è drasticamente crollato: si passa da 22,5 a 8,5 centesimi al kilowattora. Un tonfo mai registrato negli ultimi dieci anni.
Secondo Claudio Zali, responsabile del Dipartimento del territorio, farne una questione meramente contabile è però riduttivo: “Non è solo un elemento finanziario di AET, ma è anche un pezzo non indifferente della strategia cantonale che vuole decarbonizzare e produrre energia sostenibile”.
AET punta il dito sul 2022. Lo ha definito un prezzo eccezionale per un anno eccezionale, marcato dalla guerra in Ucraina, la penuria di gas, la siccità e il blocco del nucleare francese. Passata questa bufera all’incontrario, il prezzo del rinnovabile è crollato. Roberto Pronini, direttore dell’azienda, è però convinto che questo non disincentivi il passaggio al fotovoltaico: “Nel 2022 abbiamo avuto circa duemila impianti nuovi in Ticino e nel 2023 oltre tremila. Se guardiamo poi le domande di allacciamento di questi mesi si conferma il trend positivo”.
L’Azienda Elettrica Ticinese si trova quasi in una posizione di monopolio. Per legge infatti, ritira tutta la corrente rinnovabile in esubero, dagli impianti che beneficiano di un incentivo cantonale. L’anno scorso ha comprato 64 gigawattora dalla quasi totalità degli impianti ticinesi, l’anno prima 42.
Per bilanciare gli interessi, il Consiglio federale propone una tariffa minima, che non è un prezzo politico. “L’ordinanza in consultazione che è stata pubblicata questa settimana a Berna dice che per gli impianti equivalenti bisognerebbe garantire un minimo di 4,6 centesimi al kilowattora” ci dice ancora Roberto Pronini, ricordando che per una casa unifamiliare AET paga 8,5 centesimi al kilowattora, una cifra ampiamente sopra il minimo necessario per ammortizzare l’impianto.
Anche la politica ne vuole discutere. Sul tavolo c’è un atto parlamentare di Verdi e Verdi liberali e un incontro fissato per inizio marzo. Nel frattempo Claudio Zali ci ricorda che la tariffa non è unica per tutta la Svizzera e che Berna, per esempio, offrirà 13 centesimi al kilowattora anche quest’anno. “C’è margine di ponderazione politica, proprio per andare a favorire questa svolta ambientale che a parole desideriamo tutti, anche se poi a volte inciampiamo in modo abbastanza banale”, conclude il responsabile del Dipartimento del territorio.