Analisi

Svizzera, tra buoni uffici e neutralità in forse

Guerra Russia- Ucraina: la Confederazione non sta abbandonando la via del dialogo tra le parti ma questa è una strada attualmente difficile da percorrere come Paese occidentale

  • 15 gennaio, 18:56
  • 15 gennaio, 18:57
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Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky a Berna con la presidente della Confederazione Viola Amherd

  • Keystone
Di: RSI Info

Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky terrà martedì il suo discorso al Forum economico mondiale di Davos. Nella località grigionese si trova il nostro inviato Alan Crameri, responsabile della cronaca nazionale per l’informazione radiofonica, che per SEIDISERA ha analizzato il momento diplomatico che sta attraversando la Svizzera in queste ore.

RG 18.00 del 15.01.2024 Il commento di Alan Crameri

RSI New Articles 15.01.2024, 18:56

Che valore dare alle visite in Svizzera del capo di Stato ucraino e anche del primo ministro cinese Li Qiang?

“Non è una svolta, ma di certo sono giornate tra le più intense e fitte che si ricordano a livello di contatti diplomatici. Basti pensare che stasera qui a Davos la presidente della Confederazione Viola Amherd incontrerà anche la presidente della Commissione Ursula von der Leyen. Ecco, mettere in fila nella stessa giornata il premier cinese e i presidenti di ucraina e UE è un programma veramente straordinario, anche perché - e dico una banalità - sono interlocutori in prima fila sui temi più rilevanti della geopolitica mondiale e degli interessi svizzeri”.

Chiaro, ma gli intensi contatti con Zelensky hanno un impatto sulla politica della neutralità svizzera? Stiamo assistendo a un ulteriore spostamento?

“È presto per dirlo, solo il tempo ci dirà se è così per davvero, ma gli indizi ci sono. Ci sono elementi di sostanza e di forma che lo indicano. Di sostanza soprattutto quanto accaduto ieri qui a Davos, col consigliere federale Ignazio Cassis a fare da co-responsabile di una conferenza chiamata “di pace” ma che elenca solo rivendicazioni ucraine. Di forma ci sono le immagini che oggi lasciano il segno: Zelensky e Cassis che si abbracciano all’aeroporto di Zurigo-Kloten e Zelensky che sfila a Berna al fianco di Viola Amherd. Però ci sono anche elementi che relativizzano questa lettura: la Svizzera oramai dal 2022, dopo l’invasione russa, ha adottato le sanzioni di Stati Uniti e Unione europea contro la Russia, ed è stato questo l’elemento di maggior peso nella politica della neutralità”.

Ma ciò significa che la Svizzera sta abbandonando la via dei buoni uffici, capace di garantire la comunicazione e un dialogo tra parti in conflitto?

“Di certo non lo sta abbandonando volontariamente, semmai è sempre più difficile avere questo ruolo come paese occidentale nel momento attuale. Però ci sono sforzi evidente per rimanere in questa via, in particolare mantenendo contatti con la Cina, la cronaca di oggi lo mostra in maniera evidente. Se qui al WEF il premier cinese avesse un incontro con Zelensky, sarebbe un mezzo successo diplomatico”.

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