Non fanno breccia al momento le contromisure al rincaro della benzina, uno dei vari effetti collaterali della guerra in Ucraina. Ieri (lunedì) una maggioranza al Consiglio degli Stati ha infatti deciso che non vuole né un taglio alla tassa sugli oli minerali, né all'IVA sui carburanti, e tantomeno aumentare le deduzioni fiscali per i pendolari.
TCS: “Delusi, aiuti almeno per l’elettrico”
Un no che non è piaciuto al Touring club svizzero, che non ha nascosto la propria delusione: “È così – dice ai microfoni della RSI Laurent Pignot del TCS, però, se uno guarda questo dibattito da un punto di vista più largo, da un punto di vista energetico quindi, vediamo che questa crisi dimostra che dobbiamo gradualmente ridurre e tagliare la nostra dipendenza dal petrolio investendo già oggi massicciamente nella transizione ecologica e soprattutto nella mobilità elettrica”.
Per il TCS il problema della mobilità elettrica non è legato ai costi, anzi, la manutenzione è inferiore e i veicoli nuovi sono oramai concorrenziali coi modelli a benzina. Il problema è la rete di ricarica. “Oggi il vero problema è che il 56% degli svizzeri sono in affitto e non hanno la possibilità di installare liberamente una colonnina per ricaricare, e qui il Governo può investire senza aspettare, può farlo immediatamente”.
Una rivendicazione che ha più possibilità di trovare sostegno a Berna rispetto agli sgravi sulla benzina, che comunque torneranno presto d'attualità in Parlamento. Già giovedì infatti, al Consiglio nazionale, si discuterà di mozioni simili a quelle bocciate ieri al Consiglio degli Stati.