Test sierologici a confronto

Una puntura e poco dopo il risultato: questi sono i test rapidi, poco costosi e veloci, che mirano a individuare gli anticorpi del Covid-19.

Undici di questi kit sono stati passati alla lente dal Politecnico di Zurigo per capire se sono davvero attendibili, nell’ambito di uno studio finanziato dalla Croce Rossa. I risultati sono tutt’altro che convincenti: solo un test sierologico è infatti risultato davvero adeguato all’impiego diretto.

Altri cinque test sono attendibili con un tasso di sensibilità del 98% ma solo a determinate condizioni, cioè se usati in combinazione e se verificati con un secondo test.

I test rapidi sono davvero meno affidabili? “Sì e non è una notizia sorprendente”, spiega Emiliano Albanese, epidemiologo direttore Istituto di Salute Pubblica USI. “I kit rapidi sono stati ideati nelle fasi acute dell’epidemia, quando la natura del virus era poco nota e si è andati a tentoni. Qui andava bene ma ora siamo in una fase più avanzata se non cronica dell’epidemia e questi test non sono più adeguati”.

In Ticino, per il progetto federale Corona Immunitas, di cui Emiliano Albanese è il coordinatore, si utilizzano test più specifici che forniscono più informazioni sull’immunità delle persone. “Il nostro test fornisce informazioni che Il kit rapido non dà. Queste informazioni possono servire anche a scoprire chi non si riammalerà”.