Alcuni deputati della commissione parlamentare della difesa tedesca sono a Tel Aviv, dove oggi, martedì, hanno avuto modo di informarsi sul sistema di difesa antimissile Arrow 3. La Germania, attualmente molto vulnerabile a questo tipo di attacchi, ha annunciato nelle scorse settimane per bocca del cancelliere Olaf Scholz che spenderà 100 miliardi di euro supplementari per ammodernare il suo esercito. Nemmeno un partito pacifista come quello dei Verdi ha qualcosa da obiettare.
SEIDISERA 18.00 del 29.03.2022 La corrispondenza da Berlino di Walter Rauhe
RSI Info 29.03.2022, 21:52
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Ma è solo un esempio della corsa agli armamenti accelerata dall'invasione dell'Ucraina da parte della Russia.
L'evoluzione della spesa militare mondiale dal 1988 al 2020
Eppure Mosca è ben lungi dall'essere fra i Paesi che investono di più nella loro capacità militare: stando ai dati del SIPRI di Stoccolma, ricorda l'esperto Achille Lodovisi in un'intervista a SEIDISERA, "nel 2020 gli Stati Uniti da soli hanno speso 778 miliardi di dollari, la Cina 252 e i tre principali Paesi europei (Germania, Francia, Regno Unito) insieme oltre 164 miliardi". La Russia si è fermata a 61 e anche in proporzione al PIL è solo 10ma in una classifica comandata dall'Oman.
I 10 Paesi che spendono di più
"Qualcosa non funziona", afferma Lodovisi, perché anche chi spende di più si impaurisce di fronte alla determinazione del Cremlino "nel perseguire i suoi obiettivi" di politica estera. Washington spinge i Paesi della NATO a investire almeno il 2% del loro prodotto interno lordo in questo settore, nel 2020 12 membri hanno raggiunto questa quota (nell'ordine Stati Uniti al 3,7%, Turchia e Grecia al 2,8%, Estonia, Lettonia e Romania al 2,3%, Polonia e Regno Unito al 2,2%, Francia, Lituania, Montenegro e Portogallo al 2,1%). Nel 2019 ci erano arrivati in 9 e dei 30 solo la Bulgaria ha ridotto la sua spesa in questo lasso di tempo.
La quota di spesa militare rispetto al PIL nel 2020
Ma chi ci guadagnerà ora? La dipendenza dagli Stati Uniti "rischia di essere accentuata", spiega Lodovisi, perché "le prime cinque aziende produttrici hanno tutte le loro sedi negli Stati Uniti e 12 delle prime 25, mentre 8 sono europee e 4 cinesi". "L'Europa è in posizione ancillare", aggiunge.
La "fetta" dei 15 Paesi che spendono di più
Emergono potenze regionali
La spesa militare rischia di diventare il volano dell'economia mondiale dopo la pandemia. E la corsa agli armamenti sta cambiando gli equilibri. Come spiega ancora l'esperto, si assiste "al sorgere di potenze che hanno ambizioni regionali, come Turchia, India,...". In Asia "c'è il problema di Taiwan, del Giappone e della Corea del Sud. Ci sono diversi punti di frizione dove la vecchia idea che lì comandano i russi e lì gli americani non vale più. È quindi probabile che in un mondo definitivamente multipolare ci sia un ritorno alle armi (...) anche di quelle che si pensavano messe sotto controllo dalle convenzioni e dagli equilibri sudati della Guerra Fredda". La conclusione non può quindi che essere pessimistica: "È un'epoca molto rischiosa", termina Lodovisi, "molto più rischiosa della Guerra Fredda".