L’iniziativa “Per la bici”, depositata nel 2016 con più di 105’000 firme valide a sostegno, proponeva di imporre alla Confederazione l’obbligo di promuovere le vie ciclabili. La maggioranza dei parlamentari, pur sostenendo l’importanza della bicicletta per la mobilità individuale, ha tuttavia respinto il testo ritenendo che esso fosse troppo vincolante e tale da interferire con le competenze cantonali. Entrambe le Camere hanno invece dato il loro sostegno ad un controprogetto indiretto. All’approvazione del medesimo ha fatto così seguito il ritiro dell’iniziativa da parte dei suoi promotori.
I contenuti del controprogetto
All’esame degli elettori passa quindi un decreto volto a modificare la Costituzione federale in modo che venga applicato anche ai percorsi ciclabili lo stesso trattamento giuridico già previsto per la valorizzazione delle vie pedonali e dei sentieri. In caso di approvazione del controprogetto, le Camere sarebbero chiamate a definire i dettagli in una specifica legge: realizzazione e manutenzione delle vie ciclabili rimarrebbero di competenza dei cantoni e dei comuni, mentre alla Confederazione spetterebbero compiti sussidiari come lo sviluppo di standard di sicurezza o l’elaborazione di dati e statistiche su scala nazionale.
L'aumento degli incidenti nella mobilità ciclistica è dovuto anche alle e-bike e alle velocità più elevate che questi mezzi consentono
Il controprogetto si prefigge di contribuire al rafforzamento della sicurezza stradale. Quello della mobilità ciclistica è infatti l’unico ambito, nell’arco degli ultimi 18 anni, nel quale risulta incrementato il numero di feriti o morti a seguito di incidenti. Ciò è anche riconducibile alla forte diffusione delle e-bike, che permettono di muoversi sulle strade a velocità più alte. Piste ciclabili delimitate da barriere, e corsie convenientemente contrassegnate, possono quindi consentire di dividere i flussi di traffico, rafforzando in tal modo la sicurezza.
Le opinioni contrarie e la posizione del Governo
Alla soluzione votata dal Parlamento si è opposta una minoranza del Consiglio nazionale (70 voti contrari, a fronte dei 115 favorevoli), che ha criticato l’aumento dei costi a carico della Confederazione e ha giudicato improbabile lo scenario di un decongestionamento del traffico stradale grazie ad una migliore rete di vie ciclabili. Per la maggioranza, invece, la promozione della mobilità ciclistica agevola la riduzione della circolazione nelle ore di punta.
Necessità di decongestionamento del traffico: per il Governo, va sfruttato il potenziale della mobilità ciclistica nei tragitti brevi
Dello stesso parere anche il Consiglio federale. L’Esecutivo rileva che la metà dei tragitti in auto e quasi l’80% di quelli in bus e nei tram non superano i 5 chilometri. Va quindi valorizzato il potenziale offerto dalla mobilità ciclistica per i tragitti brevi. Il Governo inoltre, raccomandando il “sì” al decreto, sottolinea il carattere ecologico della bicicletta, la sua crescente popolarità per gli spostamenti negli agglomerati e anche la promozione del suo uso nelle offerte turistiche di molte località e regioni di vacanza.
ARi