Sta riscuotendo una forte eco mediatica un video girato alla manifestazione di giovedì sera nella capitale federale contro le misure anti-pandemia. Un uomo è stato bloccato a terra e gli sono stati rifilati alcuni pugni. La polizia parla di tecnica mirata, lui sembra invece pronto a denunciare.
Nelle immagini si vede un cordone di polizia che a qualche dozzina di metri da Palazzo federale stava bloccando la strada al corteo (non autorizzato), dei gruppi contrari alle misure restrittive imposte per contrastare la pandemia. Dai megafoni l'indicazione era di stare lontani. Invece un uomo si avvicina a passo lento e con le mani in tasca, quando è a un metro dagli agenti viene trascinato a terra. Diversi poliziotti tentano di immobilizzarlo, lui non sembra arrendersi, a un certo punto un agente gli sferra tre pugni sul corpo. "Una tecnica mirata", la definisce il portavoce della polizia bernese, Christoph Gnägi, insegnata durante la formazione, che secondo la polizia ha l'obiettivo di sciogliere la tensione muscolare di chi fa resistenza, in modo da risolvere la situazione rapidamente.
In un altro frammento del filmato si vede l'uomo che, camminando senza evidenti acciacchi, viene portato via dalla polizia. Il Blick online riporta che l'uomo è intenzionato a sporgere denuncia, patrocinato da un politico dell'UDC zurighese. Un esponente di un'associazione di avvocati che si definisce "giuriste e giuristi democratici" esaminerà i fatti, perché gli sembra un intervento sproporzionato. C'erano metodi meno rudi, ha detto ai colleghi di SRF.
Il portavoce della polizia, invece, sottolinea come non fossero chiare le intenzioni dell'uomo, che aveva le mani coperte e non rispettava gli ordini. Sui canali telegram dei manifestanti la tesi è che stesse chiedendo perché la polizia sparasse proiettili di gomma contro cittadini pacifici.