Svizzera

Visto umanitario a un ex procuratore afgano

Il Tribunale amministrativo federale contraddice la SEM - L'OSAR spera che la decisione faccia scuola

  • 8 settembre 2023, 12:36
  • 8 settembre 2023, 14:23
01:49

RG 12.30 dell'08.09.2023 La corrispondenza di Anna Riva

RSI Info 08.09.2023, 12:29

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Di: ATS/pon 

La decisione del Tribunale amministrativo federale di accordare un visto umanitario a un ex procuratore pubblico afgano e alla sua famiglia - resa pubblica venerdì - fa sperare l'Organizzazione svizzera di aiuto ai rifugiati, che si augura possa fungere da apripista. Anche perché riconosce che il rischio di persecuzione non è svanito con l'espatrio.

A differenza della Segreteria di Stato della migrazione, che alla richiesta dell'uomo (fatta all'ambasciata svizzera di Islamabad nel febbraio 2022) aveva opposto un rifiuto, per i giudici sussiste il rischio concreto che il ricorrente possa essere rimandato dal Pakistan, dove vive attualmente, nel suo Paese di origine.

Lì sia lui che la sua famiglia sarebbe esposti a pericolo perché nella sua vecchia funzione in magistratura aveva collaborato con l'ONU e la NATO e seguito centinaia di casi legati ad atti di terrorismo da parte dei talebeni oggi al potere. Fra il 2019 e il 2021 si era impegnato in un organo di difesa dei diritti umani e contro la tortura, segnalando crimini alla Corte penale internazionale.

I visti umanitari, ricorda il TAF, sono attribuiti solo a condizioni restrittive. Condizioni che nel caso specifico sono adempiute sia secondo l'OSAR che per la Corte. Gli afgani d'altra parte non possono richiedere questi visti dal proprio Paese, perché Berna non ha più rappresentanze diplomatiche.

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