Il Consiglio federale ha avviato discussioni con gli esercenti delle centrali nucleari, nell'ipotesi di un prolungamento della loro durata di vita. È quanto sostiene domenica la NZZ am Sonntag, citando poi le considerazioni di Marianne Zünd, portavoce dell'Ufficio federale dell'energia (UFE). "Ciò che ci interessa è sapere quali sono i piani degli esercenti", ha dichiarato al domenicale. Secondo la Zünd, uno sfruttamento degli impianti che può durare fino a 60 anni implica "lavori preparatori completi e decisioni precoci".
Benchè la durata di vita delle centrali non sia di per sé limitata nel tempo, era comunque previsto che venissero spente dopo 50 anni di attività. Esse potrebbero quindi rimanere in esercizio per 10 anni in più. L'ipotesi di un prolungamento è da ricondurre, segnatamente, al fallimento delle trattative per un accordo quadro istituzionale con l'UE: l'intesa rappresentava infatti una precondizione necessaria per la conclusione di un accordo sull'elettricità con Bruxelles. Ciò, di conseguenza, intensifica gli interrogativi su come la Svizzera potrà coprire i suoi fabbisogni energetici dopo lo spegnimento delle sue centrali atomiche. Dopo la disattivazione della centrale di Mühleberg, nel 2019, sono 4 gli impianti nucleari elvetici in esercizio.
ATS/ARi