Dieci milioni e mezzo di franchi: è la cifra investita da partiti e associazioni nella campagna in vista delle votazioni federali del 9 giugno. I conti li fa il Controllo federale delle finanze, che a 30 giorni dal voto ha pubblicato i dati, in base alla nuova legge sulla trasparenza nel finanziamento della politica.
A fare le parte del leone fra i quattro oggetti è la legge sull’elettricità, con 5,44 milioni. Fra favorevoli e contrari c’è però un forte squilibrio: i primi, sommati fra loro, hanno a disposizione 4,15 milioni, i secondi 1,3 milioni provenienti essenzialmente dall’UDC e dalla Fondazione Franz Weber.
I mezzi destinati alle iniziative “per un freno ai costi” di cassa malati (del Centro) e “per premi meno onerosi” (del PS) sono inferiori e ammontano rispettivamente a 2,84 e 1,81 milioni. La campagna che si oppone a questi due testi è quella più onerosa in assoluta, con 2,06 milioni di franchi, appena di più dei 2,02 messi sul tavolo dall’Alleanza per un approvvigionamento elettrico sicuro.
Quanto alle singole liberalità, quella più cospicua è stata versata da economiesuisse: l’organizzazione mantello dell’economia svizzera ha sborsato da sola 2 milioni di franchi per contrastare le due iniziative in ambito sanitario. L’organizzazione dei medici FMH si batte con 0,5 milioni contro l’iniziativa “per un freno ai costi”, il WWF con 0,36 milioni e diverse aziende elettriche con 0,25 milioni in favore della legge sull’elettricità.
Le somme inferiori sono state spese pro, e ancor meno contro, l’iniziativa “per la libertà e l’integrità fisica”.
Un nuovo conteggio, definitivo, sarà pubblicato dal Controllo federale delle finanze il 23 agosto.
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