Per le castagne dovrebbe essere una buona annata: gli alberi sono carichi di ricci e la meteo ballerina sembra non aver fatto troppi danni. Il cambiamento climatico però porta altri problemi come il mal dell’inchiostro, il cancro del castagno e altri tipi di funghi che possono distruggere intere selve.
“La gente viveva di castagno”, spiega ai microfoni della RSI Marco Conedera, dell Istituto federale ricerca foresta, neve, paesaggio (WSL). “Per questo è stata sviluppata una struttura particolare fatta di molte varietà differenti. Un uso che è stato abbandonato dal momento che la castagna come alimento principale non era più importante”.
Andar per boschi e raccogliere castagne, però, non vuol dire necessariamente raccogliere castagne ticinesi. “Se ci sono delle castagne estremamente grosse, generalmente sono degli ibridi che sono stati piantati negli ultimi anni”, spiega Paolo Bassetti, dei centri di raccolta castagne Canton Ticino.
Per la caldarrosta ideale ci vuole un “marrone”, mentre la castagna ticinese ha altri usi. “Non è adatta per il Marron Glacé”, spiega Beatrice Fasana, managing director della Sandro Vanini SA ma è adatta per esempio per la trasformazione in crema di castagne piuttosto che in torte, attraverso la trasformazione in vermicelles”.
Si pensa inoltre che i boschi siano l’ambiente naturale del castagno, ma anche questo è un falso mito perché “in realtà il castagno da frutto, deve essere trattato come un frutteto, come un albero da frutta”, aggiunge Conedera, “quindi ha bisogno di essere innestato, molte cure e luce. Infatti le selve castanili per definizione sono delle alberature. molto spaziate, dove le chiome degli alberi devono avere piena luce”, aggiunge Conedera
Le castagne però sono buone e veniamo da due annate di raccolta record. Per gustarne i prodotti, l’invito è di raccoglierle e consegnarle ai centri di raccolta spasi in tutto il cantone. “Il bosco ha un potenziale che riteniamo in ordine”, spiega Bassetti. “Sulle piante, ci sono parecchi ricci, quindi ci attendiamo che si possano raggiungere quantitativi importanti. Bisogna vedere negli ultimi giorni come andrà a finire la maturazione”.
Le sfide future
L’annata promette bene: l’antagonista del cinipide sta facendo il suo dovere, anche se il castagno - che in Ticino è arrivato grazie ai Romani - funge anche da bosco di protezione e ora deve affrontare altre sfide.
“La malattia che attualmente ci preoccupa di più è il mal dell’inchiostro, che è una malattia delle radici. Può arrivare a distruggere interi castagnetti, anche sui versanti dove non abbiamo le selve castanili ma il bosco di protezione. Questa è una situazione che preoccupa molto, anche in funzione della protezione dei villaggi che sottostanti”, conclude Conedera del WSL.