Se n’è discusso martedì in Parlamento ma la questione nasce oltre tre anni fa, nel giugno 2021. Stiamo parlando dell’autogestione e di una mozione presentata allora dal deputato UDC Tiziano Galeazzi, ai tempi pure municipale a Lugano.
I lavori del Gran Consiglio
Il Quotidiano 19.11.2024, 19:00
Il Macello era appena stato abbattuto e la questione era davvero molto calda. La mozione chiedeva semplicemente che l’autogestione diventasse un fatto cantonale e non luganese.
Il Consiglio di Stato si è detto disponibile a collaborare perché si trovi una soluzione - e quindi un luogo fisico dove l’autogestione possa esprimersi - ma non ritiene di dover fare il primo passo. Istituendo una task force o cercando un interlocutore nell’ambiente proprio dell’autogestione. La risposta non è piaciuta alla sinistra:
“Se è vero che negli ultimi mesi non ci sono stati episodi, che abbiano evidenziato una richiesta di spazi per l’autogestione, questo non significa che le necessità siano scomparse – ha detto in aula Tessa Prati del PS – L’assenza di segnali in questo senso può riflettere un momento di latenza o peggio un fallimento della politica nel rispondere alla richiesta delle persone. In ogni caso abbiamo il dovere di organizzarci noi e di dimostrare che siamo pronti ad ascoltare. Il Ticino è aperto alla diversità, è capace di accogliere modelli alternativi. Se vogliamo essere un cantone interessante capace di attrarre giovani ed idee innovative dobbiamo cogliere questa opportunità e non temerla”
L'autogestione raccontata da Giorgio Giudici e Pietro Martinelli
SEIDISERA 19.11.2024, 18:00
Ma non piace nemmeno all’UDC, per motivi però decisamente diversi. E lo ha sottolineato Alain Bühler: “Certo, non vi interessa. Alcuni di voi addirittura si lanciano in battutine in questi corridoi del tipo ‘se la gratti Lugano’, ‘è un problema luganese’, no! L’autogestione non è un problema esclusivamente luganese”
Va poi ricordato che già nel 2002 il Cantone, tramite l’allora consigliera di Stato Patrizia Pesenti, firmò una convenzione con i rappresentanti del CSOA il Molino - era l’associazione ALBA - e questo al momento dell’entrata all’ex Macello di Lugano. Doveva essere una cosa momentanea... ma poi sono passati vent’anni. E sappiamo com’è finita... Oltre vent’anni in cui l’esperienza dell’autogestione ha anche alimentato un dibattito spesso aspro. Sono toni che si sono sentiti anche oggi in aula, come quelli usati dalla leghista Sabrina Aldi:
“Non è possibile costringere al dialogo chi non vuole dialogare – ha detto in aula – Non è possibile costringere al dialogo chi ha dimostrato in tutti i modi di non essere disposto ad aderire neppure alle più basilari regole di civiltà e convivenza. Nessun dialogo, nessuna porta aperta con i molinari dello CSOA. Per la lega i molinari non devono semplicemente andare fuori da Lugano ma devono andare fuori dal canton Ticino”.
E poi c’è chi, come Maurizio Agustoni del Centro, ha sostenuto il Governo proprio sul principio del “primo passo”. “Questa collaborazione va da sé non deve essere imposta – ha detto il capogruppo del Centro – e va quantomeno richiesta in particolare da chi ha il desiderio di ravvivare un’esperienza di autogestione. Ad oggi non risulta che questa richiesta sia pervenuta. Non si capisce quindi perché il Cantone dovrebbe istituire una task force per stimolare o addirittura forzare una tale richiesta”
Alla fine al termine del dibattito è la linea del Governo che è passata: l’autogestione è una questione di cui si devono occupare i comuni e oggi ciò vuol dire essenzialmente Lugano.