Animali sequestrati per maltrattamenti, un problema che persiste

Sono decine gli animali da compagnia e da reddito che ogni anno vengono sequestrati per maltrattamenti, incapacità gestionale o detenzione illegale dell’animale. In alcuni casi le pratiche violente possono portare chi si occupa della gestione dell’animale a sconfinare nell’illegalità.

Ad intervenire in queste situazioni è il veterinario cantonale o, nei casi più gravi, il Ministero pubblico. “Il nostro Ufficio collabora con le protezioni animali riconosciute ormai da tanti anni”, dichiara Chiara Menegatti, veterinaria cantonale aggiunta, sottolineando che questi istituti “dispongono di strutture adeguate sia per il trasporto di questi animali sia per l’accoglienza”.

Per gli animali da reddito la situazione è più complicata, poiché “per i piccoli animali si possono individuare delle strutture presso le protezioni animali”, continua Chiara Menegatti, mentre “per casi più grandi bisogna muoversi in anticipo e lavorare con professionisti del settore”.  

Il rifugio della Società protezione animali di Bellinzona ospita molti animali portati in salvo per maltrattamenti: asini, oche e anche capre. Lo scorso anno sono stati sequestrati 23 cani, per un totale di 1300 giorni di occupazione della struttura.

Alcune razze di cani sono soggette a restrizioni: “Nel nostro Cantone c’è una lista che è sancita nella legge sui cani e nel relativo regolamento”, dice la veterinaria cantonale aggiunta, ricordando che i quattro zampe di queste razze, “possedute da proprietari che non sono autorizzati, sono tenute illegalmente”, perciò “a seguito della procedura amministrativa, l’Ufficio cantonale può intervenire sequestrando l’animale per motivi di salute pubblica”. Le conseguenze per i padroni possono essere delle semplici multe, mentre quando si sfocia in maltrattamenti ci si rifà “al Ministero pubblico, poiché il caso finisce nel penale”.