Il numero di specie di animali, piante e funghi non indigeni installati sul territorio svizzero è in crescita e al giorno d’oggi se ne contano oltre 1’300. La loro introduzione, volontaria o no, è la conseguenza di una globalizzazione crescente, dell’aumento del commercio internazionale e dei trasporti di merce e di persone. Ed è pure favorita dai cambiamenti climatici. I problemi direttamente legati a queste specie sono di vario tipo: oltre alle minacce dirette sulla biodiversità a causa della concorrenza con specie indigene, i danni possono essere di natura socioeconomica o di salute pubblica.
Formiche esotiche invasive
La consulenza 11.03.2025, 13:00
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In questo fenomeno globale sono coinvolte anche le formiche e alcune specie esotiche sono state segnalate in Svizzera nell’ultimo secolo: dalla formica faraone (Monomorium pharaonis), alla formica argentina (Linepithema humile), la lista comprende una decina di specie circa.
Oltre alle formiche che raggiungono la Svizzera come “free riders”, sfruttando ad esempio gli effetti dell’aumento globale delle temperature e della globalizzazione, vi sono quelle introdotte intenzionalmente, ad esempio per scopi commerciali, hobbistici o didattici. Si calcola infatti che in Europa siano commercializzate oltre duecento specie di formiche.

Operaia di Tapinoma magnum
Da qualche anno, una nuova specie, Tapinoma magnum, (appartenente a un complesso di specie molto simili tra loro) si aggiunge a questa lista e sta facendo parlare di sé anche a Sud delle Alpi. In particolare perché le colonie possono essere composte da molti formicai, contenere moltissime operaie e centinaia - a volte migliaia - di regine, e coprire grandi superfici (da cui il nome “magnum”, cioè grande).
Segnalate in diversi distretti del Ticino dal 2023, ma già presenti in Svizzera romanda dal 2012, e dal 2018 anche nei cantoni di Zurigo e Ginevra, queste formiche invasive si sono diffuse attraverso il commercio di piante mediterranee destinate principalmente a giardini privati e pubblici. I nidi o le singole regine si trovano tra le radici di piante, come ulivi e palme, in vaso o anche nel terriccio. Possono inoltre essere trasportate attraverso il commercio di materiale edile.
Anche l’acquisto online di formiche per l’allevamento in terrario può risultare un mezzo di propagazione ed è fortemente sconsigliato. Infatti, c’è la possibilità che qualche individuo scappi dal terrario e si diffonda in natura.
Operaie di Tapinoma magnum all'entrata del nido
Le Tapinoma magnum, la cui identificazione è complicata e va affidata agli specialisti, sono originarie della regione mediterranea. Costruiscono i loro formicai nel terreno, fino a un metro di profondità, le cui entrate sono segnalate dalla presenza di piccoli mucchietti di terra scavata. Colonizzano zone urbane e periurbane: le possiamo quindi trovare in giardini, parchi, marciapiedi, muri, parcheggi, terreni incolti. Può capitare che entrino in casa, in particolare quando sono alla ricerca di cibo. Se disturbate, hanno un atteggiamento di difesa e possono mordere, ma non pungono e non iniettano veleno. Tenendo conto di tutti questi fattori, anche il Canton Ticino, in collaborazione con diversi attori, si sta attivamente impegnando per frenare la loro avanzata.
Ci si può ovviamente interrogare su quanto si debba investire per contrastare un fenomeno globale come quello delle specie invasive, accentuato dal sempre più intenso scambio di merci a livello planetario e dal riscaldamento climatico. Tuttavia, secondo la Strategia biodiversità Svizzera, le specie esotiche invasive, suscettibili di provocare danni, minacciano le specie indigene ed è quindi importante contrastarne la diffusione. A dipendenza del loro grado di minaccia, una loro distruzione può essere tentata quando l’invasione è recente e ancora limitata. Una volta installate risulta difficile intervenire. Per questo motivo, anche per le formiche vale quindi il detto “meglio prevenire che curare”.
In caso di domande o di avvistamenti prendete contatto con la Sezione della protezione dell’aria, dell’acqua e del suolo scrivendo all’indirizzo dt-spaas.neobiota@ti.ch oppure chiamando il numero +41 91 814 29 71.
Maggiori informazioni sulle specie invasive in Ticino sono invece consultabili a questo sito.

Due nuove specie di uccelli in Ticino
Il Quotidiano 13.03.2025, 19:00