Dopo il grave fatto di sangue che ha sconvolto Aurigeno, si tratta ora di affrontare il trauma che ha investito una famiglia, una comunità e la scuola stessa.
Nella scuola che è stata teatro di quanto accaduto, si lavora quindi nell'accompagnamento e ad un lungo processo di elaborazione. Ma come viene gestito questo processo a livello scolastico? In queste circostanze, spiega Omar Balmelli, capo della Sezione delle scuole comunali ticinesi, c'è un gruppo, normalmente denominato antenna, che si occupa degli eventi traumatogeni. E il lavoro, sottolinea, è reso sicuramente più complicato dal fatto che il dramma sia avvenuto proprio nel contesto scolastico. Questo "perché ovviamente c'è una percezione" della scuola come "un luogo sicuro, dove ci sono adulti che proteggono e mettono in sicurezza gli allievi". È quindi importante che "questo luogo da subito riacquisti" questa dimensione "e venga percepito come sicuro".
Omicidio di Aurigeno, si torna a scuola
SEIDISERA 12.05.2023, 18:08
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Ma perché si è deciso di tornare subito, a scuola? Perchè questo, spiega Balmelli, è proprio il principio su cui vengono orientati tutti gli interventi di antenna: nel segno della ricerca e del ripristino della normalità. In questo senso il fatto di riprendere con le attività regolari "è un passaggio importantissimo, che permette proprio di riavviare un percorso di ritorno alla normalità che l'evento traumatico ha sconvolto".
Quale sarà ora il rapporto tra l'istituto scolastico e le famiglie? Si tratta sempre e comunque "di mantenere un grande ascolto su quelli che sono i loro vissuti", osserva Balmelli, precisando che l'antenna è sempre attenta a "quelli che sono i comportamenti dei bambini quando sono a casa, quello che raccontano, quello che magari hanno percepito, quelle che sono le loro preoccupazioni". Già ieri sera è stata così fornita alle famiglie una comunicazione in materia più dettagliata. Balmelli sottolinea quindi quanto sia rilevante "la collaborazione e la trasmissione di informazione tra le famiglie, la scuola e l'antenna" per poter rispondere alle necessità degli allievi.
Intanto, oltre allo shock e all'incredulità per quanto accaduto, Balmelli sottolinea di aver anche percepito "una grande forza interiore" da parte dei docenti, del personale non docente, della direzione e delle autorità comunali, "nel volersi impegnare da subito con uno spirito forte" per "ritornare a ripristinare la normalità in favore di tutta la comunità e in primis dei bambini".