Secondo quanto appreso dalla RSI, pur condannando l’episodio, il Municipio di Bellinzona, riunito mercoledì pomeriggio, ha ritenuto che non ci siano le premesse giuridiche per sporgere denuncia contro gli anonimi membri del gruppo radicale Junge Tat che, sabato scorso, avevano srotolato uno striscione lungo una torre di Castelgrande per chiedere il rimpatrio degli immigrati. Tuttavia, qualora dovessero emergere nuovi elementi, l’Esecutivo si riserva il diritto di ritornare sulla propria decisione.

Un fotogramma del video diffuso su Telegram da Junge Tat
Junge Tat non è nuovo ad azioni di questo genere, organizzate anche con lo scopo di confezionare video di propaganda da far rimbalzare in rete. Altre manifestazioni illegali dimostrative, per veicolare messaggi rivolti prevalentemente contro migranti o la comunità LGBT, sono state organizzate in varie città svizzere.
Il gruppo è sotto osservazione da parte della polizia federale. Nei confronti dei membri di Junge Tat sono in corso procedimenti penali.
Nel messaggio che accompagna il video girato a Bellinzona si parla di “fortezza Europa” e si chiede, riferendosi all’arrivo di persone che hanno attraversato il Mediterraneo, di “deportare i clandestini” e avviare la “remigrazione”, neologismo caro all’ultradestra identitaria che indica una deportazione di massa degli immigrati.

I membri di Junge Tat in un video apparso sul loro canale Telegram
https://rsi.cue.rsi.ch/info/svizzera/Destra-radicale-attenti-ai-legami-internazionali--1808834.html

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