“Certo che sono socialista!”, ha ribadito Manuele Bertoli durante il secondo incontro del Quotidiano con i Consiglieri di Stato ticinesi uscenti.
Quando gli si è ricordato il “rosso smunto” e le critiche da sinistra per il sostegno alla riforma fisco-sociale votata dai cittadini nella primavera 2018, Bertoli ha ribadito a due riprese che il pacchetto fiscale varato dal Governo era ben lontano “dalle logiche dei pacchetti fiscali dell’era Masoni” e che “nessun taglio è stato causato” dalla riforma tributaria. “Da socialista” ha concluso il direttore del DECS “mi interessava la possibilità di una riforma sociale”. E le critiche nel PS? “Il Partito ha fatto la sua scelta quando ha deciso di andare in votazione”, ha chiosato il Ministro socialista.
Nell’intervista Bertoli ha ricordato la sconfitta più bruciante (“la Scuola che verrà”) e la soddisfazione emotivamente più forte (anche se dice di “non avere trofei da esibire”). Ha parlato a chi lo accusa di essere cocciuto, ha ammesso che in Ticino c’è una forbice che si allarga “con sempre più persone che non vivono serenamente” ed ha espresso il suo desiderio nel caso potesse disporre di una bacchetta magica.
Massimiliano Herber