Le persone che non pagano la cassa malati e che hanno ricevuto un precetto esecutivo, costano circa 20 milioni di franchi all’anno: due terzi a carico del Cantone, un terzo dei Comuni. Per contrastare il fenomeno, come noto prima della pandemia il Ticino aveva una sorta di black list dei morosi della Lamal: un elenco, a disposizione degli operatori sanitari, che impedisce a chi ne fa parte l’accesso alle cure sanitarie, salvo emergenze.
La politica deve decidere se riattivarla: i comuni si sono detti a maggioranza favorevoli (58%), riconoscendone l’effetto deterrente per coloro che possono pagare ma non lo fanno, ma la commissione sanitaria del Parlamento vuole prendersi ancora del tempo. Sul tavolo del Parlamento c’è infatti anche un’iniziativa datata 2018 di Ivo Durisch e cofirmatari che chiede di eliminare la black list.
Ripristinare blacklist dei morosi LAMal
“Siamo agli inizi e al momento non ci sono ancora posizioni delineate – spiega alla RSI il presidente della Commissione sanità e sicurezza sociale Daniele Caverzasio –, il tema è sul tavolo da diverso tempo, ma nel frattempo sono cambiate un po’ di cose. Ora stiamo quindi ripartendo e organizzeremo a breve delle audizioni per affrontare la questione. Sentiremo dapprima il Consiglio di Stato e gli uffici preposti, dopodiché vedremo se necessiteremo di ulteriori approfondimenti”.
Il Consiglio di Stato a dicembre, alla luce di quanto emerso da parte dei comuni, si è detto disponibile a riattivare la lista nera, riconoscendola come un tassello complementare ad altre misure di accompagnamento. Un’operazione comunque complessa da portare avanti e da fare solo una volta capite le intenzioni del Parlamento, anche perché si parla di un costo di gestione di circa 100’000 franchi all’anno.
La Commissione sanità vuole inoltre fare un confronto tra il Ticino e quanto avviene negli altri cantoni per meglio capire la situazione, prima di stilare il rapporto - verosimilmente i rapporti - da portare e sottoporre al Gran Consiglio.