La montagna che minaccia di franare nascosta a tratti dalle nubi, rumori di massi che rotolavano a valle e per il resto silenzio rotto solo dalle gocce di pioggia e talvolta dal rumore di macchinari agricoli. Pochissime persone in giro, fra cui un'anziana coppia già trasferitasi altrove e venuta a vedere forse per l'ultima volta il luogo in cui la donna, 73enne, era cresciuta: si presentava così mercoledì il villaggio di Brienz, che gli abitanti dovranno abbandonare entro venerdì sera alle 18: da quella data non sarà più permesso pernottarvi, ma solo restarvi di giorno finché resterà in vigore la fase "arancione", nemmeno quello dal momento in cui scatterà l'allerta "rossa" e la frana sarà imminente.
Il villaggio di Brienz dovrà essere evacuato
SEIDISERA 10.05.2023, 18:25
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Due milioni di metri cubi di roccia minacciano di scendere a valle nei prossimi giorni dalla zona denominata "isola". Una sirena si attiverebbe in caso di distacco improvviso, avvertendo chi si trovasse in paese. Con il monitoraggio, l'evacuazione e il sistema di allarme si è fatto di tutto per evitare il ripetersi dei tragici scoscendimenti che fanno parte della storia elvetica.
Le frane più tragiche della storia svizzera
La più grave catastrofe naturale che la Svizzera ricordi è lontana più di due secoli: era il 2 settembre del 1806, quando dopo un lungo periodo di intense precipitazioni 40 milioni di metri cubi di roccia si staccarono dalla montagna investendo il villaggio di Goldau, nel canton Svitto. Erano le cinque del pomeriggio, in pochi minuti vennero spazzate via oltre cento abitazioni e 220 stalle, con un bilancio di 457 morti. Solo 14 i superstiti. Morirono anche centinaia di animali.
La catastrofe di Elm del 1881
Fu l'attività umana, invece, e più precisamente l'eccessiva estrazione dell'ardesia a causare nel 1881 la frana di Elm, nel canton Glarona. Dieci milioni di metri cubi di roccia crollarono seppellendo un'ottantina di edifici e uccidendo 113 persone.
Nei Grigioni, è del giorno di pasquetta del 1939 la tragedia dell'orfanotrofio Sunnenhüsli di Fidaz, frazione di Flims. Fu l'unica struttura investita da quella frana, in cui persero la vita 13 bambini e cinque adulti.
Gondo in Vallese, nell'ottobre del 2000
In tempi più recenti, come dimenticare la valanga di fango e roccia che travolse una parte del villaggio di Gondo, in Vallese, dopo tre giorni in cui sulla zona del Sempione era caduta la pioggia di un anno. Tredici dei 130 abitanti vennero dati per dispersi e poi ritrovati morti.
Bondo, abbandonate le ricerche
Telegiornale 26.08.2017, 12:30
Vennero invece definitivamente abbandonate il 26 agosto del 2017 le ricerche degli otto escursionisti rimasti vittime della colata di detriti scesa tre giorni prima dal Pizzo Cengalo a Bondo, in Valle Bregaglia, causando danni per decine di milioni di franchi al villaggio, dove i lavori di ricostruzione sono ancora in corso. Centocinquanta persone vennero sfollate.
Una veduta aerea del Valegion
In Ticino il caso più conosciuto è quello del Valegion sopra Preonzo, oggetto di un monitoraggio costante. L'ultimo grande crollo avvenne nel maggio del 2012. Uno scoscendimento che arrivò a lambire la zona industriale, causando solo danni materiali.
L'evento più significativo dell'ultimo secolo avvenne però nel pomeriggio di martedì 2 ottobre 1928, quando una grande quantità di materiale (almeno 900'000 metri cubi) si staccò al Motto d'Arbino, ostruendo la Valle d'Arbedo e impedendo il fluire della Traversagna. Si formò così il Lago di Orbello. Non ci furono vittime.
Si potrebbero citare però anche altri eventi, dalla frana del Sasso Rosso che distrusse la parte alta del paese di Airolo nel 1898 (tre morti), al grande movimento di terreno di Campo, in Vallemaggia, che dal 1991 si è iniziato a stabilizzare (con successo). In un secolo la chiesa del villaggio si è spostata di una trentina di metri. Un fenomeno analogo si verifica a Cerentino, dove la parte bassa del villaggio si sposta di qualche centimetro all'anno.
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