Ticino e Grigioni

Brissago, "siamo scossi"

Asilante ucciso, il comandante Cocchi: "Niente grilletti facili". Il capo delle istituzioni Gobbi: "Sostegno all'agente". I primi elementi emersi sul fatto di sangue

  • 7 ottobre 2017, 19:11
  • Oggi, 04:02
Il capo del dipartimento istituzioni, Norman Gobbi; in secondo piano, il comandante della polizia cantonale ticinese, Matteo Cocchi

Il capo del dipartimento istituzioni, Norman Gobbi; in secondo piano, il comandante della polizia cantonale ticinese, Matteo Cocchi

  • ©Keystone/Ti-Press/Gabriele Putzu

"Siamo scossi per quanto successo a Brissago", ha detto Matteo Cocchi, comandante della polizia cantonale ticinese, in apertura della conferenza stampa di sabato presso la sede di Noranco, indetta in seguito al fatto di sangue avvenuto nella notte a Brissago e costato la vita a un asilante, un 38enne dello Sri Lanka, rimasto ucciso dallo sparo di un agente.

La conferenza stampa della polizia sabato, dopo il fatto di sangue a Brissago

La conferenza stampa della polizia sabato, dopo il fatto di sangue a Brissago

  • Pervin Kavakcioglu/RSI

"Fiducia agli agenti e al corpo di polizia. Dobbiamo essere pronti a reagire in situazioni di questo tipo. I nostri agenti decidono in poco tempo. E qui la situazione è stata portata avanti secondo le nostre direttive", ha aggiunto. Cocchi ha pure precisato che l'allarme era stato lanciato da altri asilanti dello Sri Lanka. "C'era un litigio in corso e gli agenti, al telefono, non avevano capito cosa stava succedendo. Dopo aver valutato la situazione, una volta giunti sul posto, sono entrati nello stabile, che ospita una decina di persone in attesa del permesso di soggiorno".

Il comandante della polizia cantonale ticinese, Matteo Cocchi, alla conferenza di sabato a Noranco

Il comandante della polizia cantonale ticinese, Matteo Cocchi, alla conferenza di sabato a Noranco

  • ©Keystone/Ti-Press/Gabriele Putzu

"Sostengo pubblicamente tutti gli uomini della polizia cantonale, massima vicinanza e sostegno all’agente coinvolto" ha detto, da parte sua, il capo del dipartimento delle istituzioni,
Norman Gobbi, che difende l'operato del poliziotto che ha esploso due o tre colpi d'arma da fuoco (questo dettaglio è ancora da chiarire). L'agente non è stato sospeso e — sulla formazione delle reclute — il "ministro" non ha dubbi: "È adeguata, include situazioni di questo tipo".

I primi elementi emersi sul fatto di sangue

I due agenti sono stati interrogati questa mattina davanti al procuratore pubblico Moreno Capella. Il poliziotto che ha sparato - un appuntato di 28 anni e 5 di servizio, difeso dall'avvocato Brenno Canevascini, ha raccontato che l'unica parte visibile del corpo dell'aggressore era quella superiore. Le gambe - solitamente la prima cosa a cui mirare - erano coperte dalla balaustra che da sulle scale. Nei confronti dell'agente, al momento, l'ipotesi di reato è di omicidio intenzionale con dolo eventuale. Non ci sono però gli estremi per l'arresto. Lui sostiene di aver agito per legittima difesa e per difendere terze persone.

Non risulta invece indagato l'altro agente. Il collega di pattuglia, un 46enne patrocinato dall'avvocata Giorgia Maffei, è stato sentito come persona informata sui fatti. Anche i due richiedenti l'asilo che hanno assistito alla scena sono stati ascoltati dagli inquirenti. Forse nelle prossime ore si procederà all'audizione degli altri due agenti che si trovavano a Brissago la notte scorsa. Sono stati ordinati gli esami del sangue del poliziotto sotto inchiesta e della vittima.

Quot/CSI/px/SP

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