Ticino e Grigioni

Cantonali: con 3 “no”, i problemi “resterebbero sul tavolo”

Il Governo ribadisce il suo invito ad accogliere le proposte in votazione il prossimo 9 giugno. Vitta: “Progetti pianificati da tempo, non fermiamoci all’oggi“

  • 8 maggio, 18:08
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9 giugno: Governo ticinese per 3 sì

SEIDISERA 08.05.2024, 18:36

  • Ti-Press
Di: SEIDISERA/RSI Info 

L’immobilismo di oggi potrebbe corrispondere a un costo domani. Si può forse riassumere così la motivazione che spinge il Governo ticinese a raccomandare alle urne il prossimo 9 giugno il «sì» a tutti e tre i temi in votazione: la modifica della Legge sull’Istituto di previdenza del Cantone Ticino (IPCT), la modifica della Legge tributaria e il decreto legislativo per il nuovo Palazzo di giustizia.

Il discorso va poi certamente ampliato per ogni oggetto in votazione cantonale, ma l’attuale situazione non facilita il compito del Consiglio di Stato: in difficoltà sono tanto le finanze pubbliche, quanto una parte della popolazione. Tuttavia, sostiene il presidente del Governo Christian Vitta ai microfoni della RSI, “questi progetti sono stati pianificati da tempo e non ci si deve fermare guardando unicamente a oggi”.

“Si tratta comunque di tre oggetti di natura strutturale, che quindi hanno un orizzonte con anche delle implicazioni di medio lungo termine. Quindi è chiaro che il contesto è difficile, ma non per questo bisogna bloccarsi con le proposte che vanno avanti a livello di Parlamento. Attenderemo in maniera serena quello che è il voto del 9 giugno accettando qualsiasi esito e consapevoli che poi il lavoro continua”.

Per quanto riguarda le misure di compensazione per le pensioni dei dipendenti pubblici, lo Stato, in quanto datore di lavoro ha precisato Christian Vitta, ha degli impegni da portare avanti, vuole evitare di ridurre le rendite, assicurare un sistema pensionistico affidabile ai 17’000 affiliati, mantenendo così anche attrattivo il posto di lavoro nel settore pubblico. Guardando al secondo oggetto, la riforma fiscale, si tratta di “un pacchetto di misure equilibrato“ - è stato detto - che “evita un aumento di imposte generalizzato”. E infine l’acquisto del Palazzo Botta per la giustizia è “la soluzione trovata dopo aver valutato tutte le ipotesi possibili”. Un progetto poi avviato ormai 16 anni fa.

Se i tre temi dovessero essere respinti, secondo Christian Vitta, “i problemi toccati da questi tre ambiti rimarrebbero sul tavolo: da un lato sicuramente si riaprirebbe ancora il confronto di natura fiscale fra chi vuole più imposte e chi ne vuole di meno. Per quanto riguarda i dipendenti pubblici vi sarebbe un peggioramento sensibile del sistema pensionistico e quindi le discussioni non terminerebbero, ma sarebbero riportate sul tavolo della politica. E per quanto riguarda il Palazzo di Giustizia, l’attuale sede sappiamo non essere soddisfacente, quindi il tema si riproporrà. Riassumendo, avremo dei problemi che rimangono sul tavolo e non vengono risolti”.

Detto in altre parole, ha sottolineato il presidente del Governo, respingendo i tre oggetti, un impatto sui conti pubblici del 2025 ci sarebbe ma non si risolverebbero comunque i problemi finanziari del Cantone.

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