Ticino e Grigioni

Caso Gobbi, i vertici della polizia sapevano

La vicenda, innescata dall’incidente stradale che ha coinvolto il consigliere di Stato, si arricchisce di nuovi elementi

  • 10 aprile, 12:46
  • 10 aprile, 12:48

RG 12.30 del 10.04.2024: Il servizio di Alain Melchionda sul caso Gobbi

RSI Info 10.04.2024, 12:32

  • Immagine d'archivio Tipress
Di: Radiogiornale/RSI Info

La vicenda legata all’incidente stradale di Norman Gobbi del novembre scorso, e già sfociata in due interpellanze parlamentari e in un’inchiesta del procuratore generale Andrea Pagani, si arricchisce di nuovi elementi, come riferito oggi dal Radiogiornale.

Si tratta di una prassi, un ordine di servizio della polizia e che potrebbe cambiare la dimensione di ciò che finora si sapeva attorno all’incidente che ha coinvolto il consigliere di Stato leghista Norman Gobbi. Nostre ricerche hanno permesso di capire cosa succede quando a essere coinvolta è una persona dichiarata sensibile per il suo ruolo. E questo a tutela delle istituzioni. Per disposizioni interne, chi interviene (nella fattispecie il graduato finito sotto inchiesta, che quella sera era di picchetto ed è arrivato sul posto per eseguire il secondo test dell’alcolemia), deve avvisare il suo superiore. Toccherà poi a quest’ultimo, informare subito due persone: il capo della gendarmeria e il comandante della polizia. Da qui si può trarre una semplice conclusione: la linea di comando era a conoscenza dell’incidente del consigliere di Stato fin dai primi momenti.

Quanto invece non si può appurare è chi e perché abbia detto o ordinato o sbagliato a gestire la situazione. Toccherà all’inchiesta stabilirlo.

Sta di fatto che la vicenda sarebbe stata conosciuta e condivisa dai vertici della polizia. Ed è probabilmente per questo, riferisce il Radiogiornale, che in mesi di voci, di chiacchiere, di rapporti parziali o poco verosimili, di test alcolemici eseguiti con presunto ritardo, e via elencando, non sia stata ordinata un’inchiesta interna. Tantomeno proceduto a una segnalazione al ministero pubblico.

Ora sta al procuratore generale Andrea Pagani decidere quanto andare a fondo in questa vicenda. Nel frattempo c’è chi denuncia un certo malcontento all’interno della polizia, come testimoniato dalle lettere anonime arrivate ad alcuni media e allo stesso procuratore generale. Pagani che nel frattempo, martedì, ha interrogato per la prima volta il graduato finito sotto inchiesta, aperta anche nei confronti di ignoti. Su come sia andata, però, bocche cucite.

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