“I numeri dei contagi stanno iniziando a salire in modo inquietante. È difficile capire quale sarà l'evoluzione, perché la disponibilità delle persone a testarsi è molto scesa. La gente è comprensibilmente esausta della pandemia e si sta banalizzando la diffusione del Covid”. A dichiararlo oggi, martedì, ai microfoni della RSI è stato il medico cantonale ticinese Giorgio Merlani, interpellato sul quadro epidemiologico a poco più di un mese dall’abrogazione in Svizzera di quasi tutte le restrizioni anti-coronavirus.
Merlani e Mattia Lepori, vicecapo dell’area medica dell’Ente Ospedaliero Cantonale (EOC), ospiti della trasmissione Modem, hanno condiviso la preoccupazione per la nuova variante Omicron 2 che attualmente rappresenta il 100% dei casi ospedalizzati.
“Questa nuova variante è sorella di Omicron 1, essa però si contraddistingue per alcune caratteristiche distintive come l’aumentata contagiosità mentre abbiamo dati ancora incerti sulla sua virulenza, ovvero la potenziale gravità sul decorso dei pazienti”, ha dichiarato il medico cantonale.
Le cifre odierne dei contagi giornalieri in Ticino parlano di 1'068 nuovi casi, un numero stabile rispetto a una settimana fa. In aumento sono però i ricoveri, saliti a quota 128 rispetto ai 105 di martedì scorso; i ricoveri in terapia intensiva sono invece 10, due in meno rispetto ad una settimana fa ma uno in più di ieri.
Il medico cantonale Giorgio Merlani durante una conferenza stampa a gennaio
Per quanto riguarda la protezione del vaccino, il medico cantonale ha affermato che, sebbene la protezione della dose di richiamo rimanga importante nel caso dei decorsi gravi, la difesa risulta essere minima nelle persone con sole due dosi. Merlani ha spiegato anche che la guarigione da Omicron 1 non conferisce l’immunità nei confronti di Omicron 2: “Ci sono casi chiari e ben documentati di persone giovani e sane che hanno fatto un decorso anche blando con Omicron 1 e che si sono ritrovate ad affrontare Omicron 2 il mese successivo”.
"È tornata la pressione sugli ospedali"
Mattia Lepori ha inoltre espresso nuovamente preoccupazione per la pressione che stanno subendo gli ospedali, confrontati con le conseguenze della recente impennata dei casi. "Nel giro di due settimane il numero di persone ricoverate è più che raddoppiato – ha affermato –, questa evoluzione comporta delle contromisure a livello ospedaliero, perché la capacità di accogliere nuovi pazienti diminuisce. Siamo tornati a fare delle scelte riguardo la posticipazione di alcuni interventi meno urgenti con conseguenze che ricadono sui pazienti e le loro famiglie".
Ospedali di nuovo sotto pressione
Il Quotidiano 18.03.2022, 20:00
Per il vicecapo dell’EOC, i dati fanno pensare che siamo noi ad essere cambiati, non il virus: “La nuova variante non è necessariamente più forte, siamo noi ad esserlo ed è per questo che la mortalità è nettamente calata rispetto al periodo della prima e della seconda ondata”.
Mattia Lepori ha inoltre ribadito che la malattia non è una semplice influenza: “Grazie ai vaccini, alle terapie mirate e forse alla minore gravità della variante Omicron, la mortalità non è quella della prima e della seconda ondata, ma dal 1° dicembre fino ad oggi sono morte in Ticino circa 130 persone a causa del covid rispetto ai 30-40 decessi annui che contiamo durante una stagione di influenza particolarmente aggressiva”.
Mattia Lepori
Nuovi allentamenti? "Attenzione a ulteriori passi falsi"
In chiusura di trasmissione, Lepori ha spiegato che, a suo avviso, la scelta effettuata dal Consiglio federale di abrogare la maggioranza delle restrizioni sia stata troppo ottimista e che ulteriori revoche, in consultazione il 1° aprile, possono essere un ulteriore passo falso. Ha evidenziato inoltre che la preoccupazione non solo è espressa per il possibile annullamento dell’obbligo di isolamento delle persone contagiate, che porterebbe a un ulteriore aumento di contagi e ricoveri, ma anche per i costi sanitari diretti e indiretti "che ricadranno sui premi delle casse malati dei cittadini".
"Prevenire è meglio che curare, non solo perché funziona meglio ma anche perché è molto più economico”, ha concluso il vicecapo area medica dell’EOC.