Più di 200’000 franchi da rimborsare per colloqui sanitari risalenti a 5 anni fa, all’inizio della crisi pandemica. È la fattura che la Confederazione ha inoltrato all’Ordine dei medici ticinesi per prestazioni legate ai check-point dove si effettuavano i tamponi nel primo periodo dell’emergenza sanitaria. In Ticino, come si ricorderà, erano stati allestiti a Giubiasco, Lugano, Locarno e Mendrisio.
Ebbene, la Confederazione ritiene che i medici abbiano fatturato colloqui approfonditi, giudicati non necessari, per oltre 200’000 franchi. Un ammontare che chiede ora indietro.
“È un’accusa ingiustificata, oserei dire anche infamante”, commenta intervistato dal Quotidiano il presidente dell’Ordine Franco Denti, ricordando le circostanze alla fine del febbraio 2020, quando gli ospedali erano fortemente sollecitati e lo Stato maggiore di condotta ordinò di “mettere dei presidi per fare dei triage”. Di qui l’iniziativa di allestire dei check-point legati alla pandemia. Una specifica tutta ticinese, prima delle mascherine, prima del vaccino, che rischia però di costare cara.
Interpellato dalla RSI, l’Ufficio federale della sanità (UFSP), sostiene di aver rilevato una quota sproporzionatamente elevata del servizio di “colloquio dettagliato medico-paziente”. Una pratica non rimborsata automaticamente sotto l’ordinanza Covid, bensì tramite la tariffa Tarmed. “Non neghiamo che l’abbiamo fatto, ma l’abbiamo fatto perché era da fare in quel momento, in quelle strutture lì”, afferma Denti. In sostanza, proprio perché i tamponi venivano effettuati in queste strutture d’emergenza - sottolinea l’ordine - erano necessari colloquio più approfonditi.
“Non abbiamo niente da rimproverarci”, conclude quindi Denti, sottolineando che l’Ordine non pagherà assolutamente quanto preteso dall’UFSP. Se l’Ufficio federale “ritiene che sia da rimborsare qualcosa, che si rivolga pure” al Cantone, “perché noi abbiamo lavorato secondo le risoluzioni governative del Canton Ticino e abbiamo rispettato tutte le regole” imposte dall’UFSP per la fatturazione.
Il contenzioso va avanti dal 2023. Presso la sede dell’Ordine sono conservate le oltre 54’000 cartelle cliniche dei pazienti arrivati nei check-point ticinesi fra il 2020 e il 2022. Ora un accordo è stato raggiunto su un prossimo passo da intraprendere: prossimamente, infatti, sarà effettuato un controllo a campione sulle 6’000 schede del check-point di Mendrisio.