Nei reparti acuti degli ospedali ticinesi, i ricoveri restano contenuti, anche se il dato - che attualmente è di 8 persone - pian piano sta aumentando. Il tasso di occupazione delle cure intense (compresi i pazienti non Covid) in Ticino è del 50-55%, un valore al di sotto della media svizzera. Ma chi sono i ricoverati?
"È presumibile che quello che vediamo sia dovuto in gran parte ai vaccini, ma forse non solo perché c'è un cambiamento chiaro. Sono rari i pazienti anziani. L'età media è intorno ai 50 anni. Moltissimi hanno fra i 50 e i 55 anni e in grandissima parte sono non vaccinati per scelta, più che impossibilità", spiega Paolo Merlani, direttore sanitario e primario a capo della medicina intensiva dell'ospedale regionale di Lugano. "Ci sono rari casi di pazienti che sono vaccinati ma che hanno risposto male, nel senso che non hanno prodotto anticorpi. Sono coloro che sono immunosoppressi per altre malattie, e che forse sarebbero i destinatari della terza dose di cui si sta parlando", aggiunge.
Obesità, ipertensione e diabete restano fattori di rischio, ma il primario parla anche di persone senza particolari patologie finite in terapia intensiva. I numeri (tutto sommato contenuti) delle ospedalizzazioni non permettono di stimare oggi una percentuale che indichi quanti ricoveri finiscano in cure intense. In passato, la percentuale era circa il 10-15%, poi è scesa verso il 7% e poi è risalita.
"In questo momento ci sono 32 pazienti ospedalizzati nel cantone, di cui 8 in cure intense. La proporzione sarebbe del 25%, che sarebbe una cifra molto alta, ma si tratta di dati ancora provvisori da cui non è ancora possibile trarre conclusioni", afferma Merlani, sottolineando che sebbene in questo momento i numeri siano contenuti, in caso di peggioramento, il sistema è "pronto".
COVID e cure intense, si alza la guardia negli ospedali
Il Quotidiano 01.09.2021, 21:00