“La guerra ha bloccato tutto. Da febbraio sono un soldato”. Si racconta così, ai microfoni della RSI, il 29enne Slavik Haviantes uno dei giovani attori della troupe del film ucraino “The Hamlet Syndrome”. La pellicola, presentata nella sezione “Semaine de la critique” del Locarno Film Festival, parla del conflitto nel Donbass iniziato nel 2013. Una sorta di prologo, di cui il mondo si era interessato poco, dell’invasione russa dello scorso 24 febbraio.
Ma Slavik oggi è soprattutto un soldato, che ha potuto essere presente a Locarno grazie a un congedo concesso dall’esercito ucraino. "Prima della guerra – spiega il 29enne - studiavo all'università per diventare un ufficiale nell'esercito del nostro Paese. Mi è sempre piaciuto anche cantare, ed ero anche bravo…”. L’invasione russa ha scompaginato tutto: “Da febbraio sono un soldato, sul campo di battaglia”. In questo momento, dice, “la mia vita conta ma non è al centro dei miei pensieri. Non penso alla morte, ma al rischio che corrono i miei due figli, quello di rimanere senza la mia protezione”. Slavik ha due figli, di due anni e mezzo e di 18 mesi. “Il futuro del mio Paese - sottolinea il soldato - è anche il futuro dei miei figli. Devo fare di tutto per proteggerli, e con questo difendo anche la mia patria”.
Le storie raccontate dai protagonisti di “The Hamlet Syndrome”, spiega dal canto suo la co-regista Elvira Niewiera, “riguardano oggi milioni di persone in Ucraina, che vivono una situazione se possibile ancora più terribile e brutale”. La capitolazione dell’Ucraina, secondo la co-regista, “non è immaginabile. Il Ticino sarebbe pronto a cedere parte del suo territorio in cambio della pace a livello mondiale? Non credo proprio”.