Ticino e Grigioni

Dieci anni di Lex Weber

A due lustri dal blocco parziale della costruzione di residenze secondarie come è cambiata la situazione nei Grigioni? Le voci di Governo ed economia

  • 11 marzo 2022, 13:29
  • 20 novembre, 18:30
03:05

RG 12.30 del 11.03.2022 - 10 anni di Lex Weber, il servizio di Roberto Scolla

RSI Info 11.03.2022, 13:07

  • archivio keystone
Di: RG-Scolla/Red. MM 

Esattamente 10 anni fa poco dopo mezzogiorno cominciavano a giungere nelle redazioni i primi risultati della votazione sull'iniziativa popolare "Basta con la costruzione sfrenata di abitazioni secondarie". Alla fine della giornata quella che era conosciuta come iniziativa Weber venne approvata, con una differenza di poco meno di 30'000 schede, dal 50,6% dei votanti e da 15 cantoni. Come è cambiata da allora la situazione in un cantone turistico come i Grigioni dopo due lustri da quella chiamata alle urne?

Un risultato il nuovo articolo costituzionale 75b l'ha ottenuto, il blocco della costruzione delle case di vacanza nei comuni con una quota pari o superiore al 20%, come conferma ai microfoni della RSI il presidente del Governo retico Marcus Caduff: “L’obbiettivo principale era quello di non costruire più residenze secondarie in piena natura, e questo risultato è stato raggiunto”.

Ciò non significa però, spiega da parte sua il professor Norbert Hörburger dell'Istituto per il turismo della SUP Grigioni, che ambiente e paesaggio siano effettivamente più protetti: “Oggi vediamo che la dispersione degli insediamenti e lo sfruttamento del territorio avviene a causa delle residenze primarie che, per colpa dei prezzi alti richiesti nei centri dei paesi, vengono costruite, laddove è possibile farlo, alla periferia”.

La scarsità di case di vacanza ne ha fatto aumentare a dismisura i prezzi senza però bloccarne il commercio, ritornato florido grazie a clienti facoltosi. Diversa la situazione per chi risiede stabilmente, soprattutto nelle principali zone turistiche, e cerca un'abitazione primaria. “Gli ultimi anni si nota la mancanza di appartamenti, non c’è nessuna offerta, i prezzi salgono e la situazione, soprattutto per la gente che abita in Engadina, è davvero poco favorevole” afferma l’immobiliarista engadinese di lungo corso Jon Peider Lemm.

A ciò si aggiunge che -annota dal canto suo l'economista Peder Plaz-, “non essendoci niente che spinga i proprietari di residenze secondarie a immetterle nel mercato turistico, i famosi ‘letti freddi’, cioè il mancato uso delle possibilità di pernottamento che si volevano ridurre o ‘riscaldare’, tendono a raffreddarsi ulteriormente”.

Il voto di 10 anni fa ha invece dato una scossa al settore alberghiero, rileva il professor Pietro Beritelli del centro di ricerca sul turismo dell'Università di San Gallo: “C’è stato movimento in direzione degli accomodamenti ibridi, ovvero gli hotel con gli appartamenti con un certo servizio, oppure anche con lo sviluppo di resort che hanno più servizi intorno a un albergo”.

In conclusione non può mancare anche un’analisi del settore edile che, dall'approvazione dell'iniziativa Weber, ha stabilmente perso un migliaio di lavoratori, ovvero tra il 10% e il 15% degli addetti, mentre il volume delle costruzioni -dopo un iniziale calo- è quasi ora tornato ai livelli pre-voto. Con una differenza, come afferma il direttore della Società grigionese degli impresari costruttori Andreas Felix: “Un tempo la domanda di costruzioni era composta per il 55% da costruzione di edifici, il restante 45% era genio civile. Oggi è esattamente il contrario: la maggioranza dei lavori sono di tipo infrastrutturale e commissionati dalla mano pubblica”.

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