Ticino e Grigioni

Disagio giovanile, un allievo su tre ricorre al supporto pedagogico

Un fenomeno in crescita, dettato da un malessere sempre più diffuso e dall’aumento delle segnalazioni

  • 12 giugno, 05:49
03:54

Disagio giovanile, aumentano gli studenti che ricorrono al sostegno pedagogico

SEIDISERA 11.06.2024, 18:22

  • Keystone
Di: SEIDISERA/RSI Info 

Uno spettro si aggira fuori e dentro l’aula: il disagio giovanile. Un fenomeno emergente sottolineato martedì anche dalla direttrice del DECS Marina Carobbio Guscetti, che ha parlato di manifestazioni “sempre più numerose e frequenti”.

Un fatto confermato anche dai dati forniti alla RSI dal dipartimento stesso, che registra un importante aumento (più 13,7% nel lustro analizzato, dall’anno scolastico 2017-2018 a quello 2021-2022) di allievi che fanno o hanno fatto ricorso al sostegno pedagogico. Stando alle ultime rilevazioni, quasi un allievo su tre (32,4%) ne ha fatto capo.

Un aumento dettato da una somma di fattori: ritmi e orari di una società in forte cambiamento da un lato, l’aumento delle segnalazioni dall’altro. Ci troviamo di fronte “sicuramente a una società più attenta a questi bisogni, che è anche molto più esigente: tutta la società è molto più pronta a riconoscere il disagio”, ha spiegato a questo riguardo Mattia Mengoni, capo della sezione della pedagogia speciale. Ma anche la scuola ha raffinato la sua sensibilità sull’argomento: “Negli ultimi anni la scuola lavora con un’attenzione accresciuta, quindi l’unione di queste due dimensioni implica che più alunne e alluni siano intercettati, soprattutto in fase preventiva”.

L’aumento dei bisogni dei giovani è evidente anche osservando l’evoluzione degli alunni a cui sono state attribuite misure di sostegno aggiuntive: sull’arco di cinque anni si passa dal 7 al 10%. Un andamento che si riscontra anche nella percentuale di quelli che sono ricorsi alle misure di pedagogia speciale, dal 2 al 4%. Alle misure straordinarie dell’insegnamento medio, invece, si è rivolto meno del 2% degli alunni.

Quel che era straordinario sta dunque diventando ordinario? “Non penso”, risponde sempre il capo della sezione della pedagogia speciale Mengoni. “Penso invece che la crescente eterogeneità delle alunne e degli alunni implichi delle risposte che siano differenziate per motivi che sono relativamente semplici: permettere l’accesso anche a chi ha dei bisogni educativi particolari e farlo in termini regolari, quindi pensandolo già nella didattica e nella proposta formativa che viene fatta”.

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Bilancio di fine anno scolastico

SEIDISERA 11.06.2024, 18:20

  • RSI

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