In Ticino, le nuove droghe e quelle “fai da te” non attecchiscono, nonostante il caso del 31enne luganese accusato di produzione illecita e smercio online, segnalato la scorsa settimana. Un fatto isolato, come quello del 24enne condannato nel 2020 per aver fabbricato alcuni etti di sostanze stupefacenti sintetiche.
La canapa per uso ricreativo resta quindi, nel nostro territorio, la droga più consumata e secondo Paolo Lopa, commissario capo della Polizia cantonale, la ragione è culturale. “Le nuove droghe fanno paura – ci dice Lopa – il giovane magari sperimenta un po’ di più ma il consumatore classico continua ad utilizzare le solite sostanze, a differenza di quanto accade in alcuni Paesi del nord Europa che sono dei veri e propri laboratori clandestini”.
I casi comunque – va detto – restano difficili da intercettare, perché le componenti impiegate nella fabbricazione arrivano spesso via internet, principalmente dalla Cina. “Riceviamo indicazioni in merito a situazioni sospette da terze persone e dagli enti che si occupano dell’assistenza”, dichiara Lopa che aggiunge: “Con Ingrado (centro di competenza specializzato nelle problematiche di dipendenza) c’è uno scambio di informazioni destinato a garantire una maggiore sicurezza ma il nome dell’interessato non viene mai indicato”.
Il monitoraggio del problema avviene anche attraverso il controllo di siti internet che vendono prodotti illegali e grazie alla collaborazione con le dogane, che trasmettono alla polizia le sostanze vietate intercettate.