In epoca di penuria energetica ogni contributo è il benvenuto. È quanto è stato sottolineato oggi (martedì) a Piotta dai vertici delle FFS e dell’Azienda elettrica ticinese (AET) che si sono ritrovati per celebrare l’arrivo “a tetto” dello stabile della nuova centrale idroelettrica del Ritom, che dall'inaugurazione oltre un secolo fa ha sempre prodotto elettricità per le FFS.
Accanto alla vecchia centrale, il nuovo impianto sta infatti prendendo forma. Oltre all’edificio della centrale che ospiterà le due turbine e la pompa e si intravvede già la sagoma del bacino di demodulazione. La futura nuova centrale idroelettrica è il maggior progetto energetico per il Cantone degli ultimi 50 anni e uno dei più importanti investimenti delle FFS a sud delle Alpi.
Del Cantone perché una la nuova pompa sarà usata solo da AET e, dei 48 milioni di metri cubi di acqua del Ritom un quarto, quindi 12 milioni, saranno di AET. Un cambio di passo epocale rispetto a oggi con il solo sfruttamento della diga del Lucendro. “È fondamentale poter avere 12 volte più possibilità di accumulo rispetto all’attuale in Leventina perché ci permette di avere più energia invernale – spiega alla RSI il membro del CdA di Ritom SA e direttore di AET Roberto Pronini –. Se poi pensiamo che, con la pompa che verrà installata, il 10% dell’acqua che arriva ad Airolo verrà pompata, raddoppieremo la quota di energia AET nel Ritom e questo per noi è importantissimo, specialmente negli inverni difficili come questo che si avvicina”.
Il cantiere della nuova centrale idroelettrica Ritom
Pronini ha pure spiegato che il vero valore di questi progetti è l’accumulo, ovvero poter tenere ‘ferma’ l’acqua per più mesi, spostando la produzione dall’estate all’inverno. “Questo progetto è interessante anche perché capta acqua pure dal Canton Uri, portandola da Andermatt, e sappiamo che il versante nordalpino è a volte differente rispetto al Ticino per quanto riguarda le precipitazioni” conclude Pronini.
Oggi i presenti hanno anche precisato che la produzione sarà sì delle FFS per il 75% e di AET per il restante 25%, però questa proporzione non sarà costante. In pratica: se le FFS hanno bisogno per un periodo il 100% dell'elettricità e in quel momento AET non ha particolari bisogni tutta la produzione andrà alle FFS, e viceversa. Le ferrovie richiedono più corrente al mattino quando i pendolari vanno al lavoro e quando tornano al domicilio nel tardo pomeriggio, mentre AET ha i picchi di domanda sul mezzogiorno e quando si cucina la sera quindi questo consente una collaborazione senza pestarsi i piedi.
I dati tecnici
Le nuove turbine avranno un'efficienza, quindi una capacità di produrre elettricità partendo dalla spinta dell'acqua, del 92%. Significa oltre il 6% in più rispetto a quelle che vanno a sostituire. Questo se guardiamo l'acqua che si trova già nel bacino. Per quanto riguarda invece l'acqua che deve essere pompata prima di tornare a valle l'efficienza diminuisce del 10% e scende all'82%.
Penuria energetica e ripercussioni sull’offerta ferroviaria - Sul fronte FFS, la presenza a Piotta del responsabile Design della rete, impianti e tecnologia delle ferrovie federali Beat Doiber, è stata l’occasione anche per fare il punto sulle conseguenze di eventuali penurie energetiche sul traffico ferroviario. Doiber ha spiegato che al momento c'è un tavolo di lavoro che sta valutando i possibili scenari. In settembre questi saranno presentati alla politica che dovrà decidere quale adottare. Doiber non ha voluto sbilanciarsi sugli scenari ipotizzati, ma ha d’altro canto ammesso che se dovessero essere obbligati a diminuire il consumo di elettricità sarebbe difficile evitare ripercussioni sull'offerta. Ci potremmo quindi ritrovare con dei periodi con meno collegamenti.