"Era il minimo che la Confederazione doveva fare e, probabilmente, avrebbe dovuto farlo prima perché il sovraccarico del sistema sanitario in Svizzera interna è sotto gli occhi di tutti. Due o tre settimane di anticipo ci avrebbero forse risparmiato un po’ di problemi". Il direttore sanitario della clinica Moncucco Christian Garzoni da tempo chiedeva misure più incisive per contrastare la quinta ondata di coronavirus che in questo momento vede gli ospedali, soprattutto d’Oltralpe, sotto forte pressione, in particolare a causa del ricovero di persone malate di Covid non vaccinate.
"Il Consiglio federale raccomanda ai cantoni di rinviare le operazioni non urgenti, ma questo in molti ospedali è già una realtà. Da contatti diretti con un ospedale della Svizzera interna, so che hanno anche dovuto rinviare l’intervento per un paziente di tumore", ha detto alla RSI affermando di condividere le misure annunciate.
Compresa quella riguardante la riduzione da 6 a 4 mesi del tempo d’attesa minimo per ottenere la dose di richiamo. “Permette di migliorare la protezione delle persone più fragili", ha spiegato.