Senza i soldi della Banca nazionale svizzera (BNS), il deficit del preventivo ticinese 2023 esplode: da un disavanzo di 80 milioni di franchi si passa a una cifra superiore ai 170 milioni che potrebbe anche essere di 240 milioni. La forchetta è stata anticipata martedì dal Consiglio di Stato alla commissione della gestione.
L'incontro era stato chiesto dai commissari quando era stato chiaro che i 137 milioni della BNS non sarebbero arrivati. Soldi però che il Governo aveva già preventivato. E sul deficit pesano anche le minori entrate dell'imposta di circolazione e le deduzioni dei premi di cassa malati per i figli. "È un deficit fuori controllo ed eccessivo" commenta ai microfoni della RSI Fiorenzo Dadò, presidente della gestione.
Il Governo sta ora elaborando una manovra di rientro. Le prime misure saranno presentate entro l'inizio della prossima legislatura (le elezioni sono fissate per il 2 aprile). "Il piano di rientro - afferma Fiorenzo Dadò - dovrà per forza riguardare anche il 2023, perché il Gran Consiglio ha parlato di un deficit massimo di 80 milioni di franchi. Mettiamo che questo non dovesse venire rispettato, non sarà assolutamente accettabile un consuntivo con un disavanzo di 200 milioni". Un piano di rientro complessivo per il 2024 è invece atteso prima di settembre.
BNS in profondo rosso
Telegiornale 09.01.2023, 20:00
Quando lo scorso dicembre era stato reso noto che la BNS non avrebbe distribuito denaro a Confederazione e Cantoni, il consigliere di Stato Christian Vitta - direttore del Dipartimento delle finanze e dell'economia (DFE) - aveva detto alla RSI: "Come Governo ci impegneremo a contenere il più possibile il disavanzo, è però irrealistico pensare che si possa in pochi mesi compensare un importo di 137 milioni di franchi".
Preventivo cantonale in profondo rosso
Il Quotidiano 17.01.2023, 20:00