Ne bastavano 7’000, ne sono state raccolte 10’000. Tante sono le firme consegnate oggi (martedì) alla cancelleria dello Stato contro il decreto legislativo concernete il pareggio economico delle finanze del Canton Ticino entro il 2025. Il referendum era stato lanciato dal Sindacato VPOD e in seguito hanno aderito 21 associazioni, sindacati e praticamente tutti partiti e movimenti della sinistra, MPS a parte.
Il decreto legislativo, risultato di un'iniziativa parlamentare UDC approvata dal Gran consiglio lo scorso ottobre grazie ad una risicata maggioranza UDC-Lega-PLR e l’ala destra del PPD, mira al pareggio del conto economico entro la fine del 2025, attraverso delle misure prioritariamente di contenimento della spesa sul personale e sui beni e servizi.
Per i referendisti però a passare alla cassa saranno ancora una volta gli utenti e il personale delle strutture sociosanitarie, di scuole e dei servizi per la popolazione.
Ghisletta: “Soddisfatti, ma il lavoro vero inizia adesso”
Soddisfazione, ai microfoni della RSI, è stata espressa dal segratario cantonale del VPOD Raoul Ghisletta, per il quale il vero lavoro inizia ora: “Diciamo che abbiamo cercato di far capire concretamente cosa vuol dire sulle persone che lavorano in questi settori pubblici le conseguenze di questa decisione, che vuol dire meno qualità e degrado delle condizioni di lavoro a fronte di bisogni sociali e sanitari che invece crescono.”
Secondo il comitato referendario inoltre il decreto legislativo scavalca il Consiglio di Stato e non rispetta lo spirito della Costituzione. Al referendum, dopo qualche esitazione ha aderito alla fine anche il PS.
Entro la prima metà del prossimo anno il tema dovrebbe andare alle urne.