Il Ticino si trova in una posizione poco attrattiva e la situazione potrebbe peggiorare. E' quanto emerge - molto in sintesi - dallo studio sull'impatto del Progetto fiscale 17 sul Cantone. Lo studio, commissionato dall'Associazione delle industrie ticinesi al Centro di competenze tributarie della SUPSI, è stato presentato nel dettaglio giovedì.
Il tema è nell'agenda dei politici e nelle preoccupazioni degli industriali (e non solo): la competitività fiscale del canton Ticino, di cui si torna a parlare perché il Progetto 17 della Confederazione - nato sulle ceneri della Riforma III delle imprese - di questo tratta; ossia del come restare attrattivi economicamente dovendo tuttavia abrogare regimi fiscali non più compatibili con le norme internazionali.
"Quello che emerge dallo studio della SUPSI - e che, purtroppo, ci preoccupa - è che il Ticino, dopo la riforma fiscale e sulla base di quello che si apprestano a fare gli altri Cantoni, perderà ulteriormente posizioni, nonostante l'ipotizzata - ma ancora tutta da definire - riduzione delle aliquote sull'utile delle persone giuridiche dal 9 al 6%. Quindi questo è un elemento che deve far riflettere e che deve indurre la politica ad adottare soluzioni", spiega ai microfoni della RSI Fabio Regazzi, presidente di AITI.
Tra le misure che lo studio ritiene necessarie - se il Cantone dovesse abbassare le aliquote - figura l'introduzione di un moltiplicatore di imposta comunale, differenziato tra persone fisiche e persone giuridiche.
CSI/Francesca Torrani/M. Ang.