Ticino e Grigioni

Frontalieri: “Niente clausola di salvaguardia”

Il Consiglio federale risponde ad una mozione di Lorenzo Quadri, per il governo “sarebbe contraria all’Accordo sulla libera circolazione delle persone”

  • 15 febbraio, 12:38
  • 15 febbraio, 14:58
La sola provincia di Varese conta circa 30'000 frontalieri, seconda per numero in Italia e preceduta da Como

La sola provincia di Varese conta circa 30'000 frontalieri, seconda per numero in Italia e preceduta da Como

Di: Ats/sdr 

L’accordo con l’Italia sull’imposizione dei frontalieri dovrebbe rendere meno attrattivo il mercato del lavoro ticinese. Non è quindi opportuno al momento, stando al Consiglio federale, prevedere una clausola di salvaguardia per il cantone a sud delle Alpi.
Nella sua risposta a una mozione di Lorenzo Quadri (Lega-UDC/TI), che raccomanda di respingere, il Governo precisa inoltre che una clausola di salvaguardia come quella chiesta dal deputato ticinese nei confronti dei frontalieri “sarebbe contraria all’Accordo sulla libera circolazione delle persone....che non ammette una restrizione dei loro diritti per motivi economici”.

Seppur consapevole del crescente numero di frontalieri in Ticino denunciato da Quadri, l’Esecutivo fa notare che l’invecchiamento della popolazione, fenomeno particolarmente pronunciato nel Ticino, “implica un maggiore fabbisogno di lavoratori provenienti dall’estero”.

Quanto al paventato timore che il telelavoro possa esacerbare il problema come indicato dal consigliere nazionale leghista, il Consiglio federale sottolinea che il recente accordo fra la Svizzera e l’Italia entrato in vigore a inizio anno prevede che i lavoratori frontalieri possano lavorare a domicilio al massimo per il 25% del loro tempo di lavoro. Ne consegue, stando al governo, che il lavoro dovrà essere effettuato essenzialmente sul territorio svizzero.

14:39

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Il Quotidiano 09.02.2024, 19:00

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